Serie Terra Ignota
di Vanni Santoni
Vanni Santoni HG
Vanni Santoni HG è nato a Montevarchi nel 1978. Ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi Gli interessi in comune (Feltrinelli 2008), Se fossi fuoco arderei Firenze (Laterza 2011) e, da coordinatore, In territorio nemico (minimum fax 2013).
Terra Ignota - Risveglio è il primo volume della trilogia fantasy pubblicata con Mondadori.
Saga di Terra Ignota
- Risveglio (ISBN 9788804632078)
Titolo: Terra Ignota – 1 Risveglio
Autore: Vanni Santoni HG
Serie: Terra Ignota #1
Edito da: Mondadori
Collana: Chrysalide
Prezzo: € 17,00 (€ 9,99 in formato Kindle)
Genere: Fantasy classico
Pagine: 420 p.
Voto:
Trama: È una limpida notte di luna piena, una notte di gioia e di festa, quando il Villaggio Alto subisce l’improvviso attacco di un manipolo di spietati cavalieri che portano morte e devastazione. In pochi sopravvivono: tra questi la giovane Ailis, mentre la sua migliore amica Vevisa viene rapita. Seguendo il folle proposito di vendicare la furia distruttrice che ha falcidiato il suo popolo e ritrovare Vevisa, Ailis, che è poco più di una bambina ma ha lo spirito audace e temerario di un guerriero, intraprende la sua lunga e perigliosa ricerca. Attraversando lande sconosciute e meravigliose conoscerà la schiavitù, la battaglia, le illusioni della magia e dell’amore, vedrà le molte facce della morte e capirà che senza questo iniziatico viaggio non avrebbe mai sollevato il velo sulle proprie arcane origini e sul proprio enigmatico destino: da lei potrebbe infatti dipendere l’equilibrio e il futuro stesso delle Terre Occidentali. Il primo volume di una grande saga che mescola fiaba, azione, epica cavalleresca e mito classico, dando nuovo splendore al genere fantasy in Italia.
Recensione
by molly68
Obiettivo ambizioso, quello che si propone Vanni Santoni: autore “prestato” al fantasy per difendere un genere troppo a lungo denigrato e bistrattato dal mondo editoriale italiano, troppo a lungo disprezzato dai circoli “intellettuali” (tanto che, per contraddistinguere questa incursione e avvertire coloro che conoscono il suo lato mainstream, Santoni ha aggiunto un HG al proprio cognome), troppo a lungo affidato a mani inesperte, spesso poco capaci e “ignoranti” (nel senso letterale del termine: ignorare, non conoscere, ovvero aver letto poco o nulla del genere in cui si sono cimentate).
Nel nostro Paese, purtroppo, si tende ad acchiappare tutto quel che capita, pur di cavalcare l’onda di qualche successo straniero o creare qualche personaggio/caso letterario. All’estero, invece, il genere fantasy in particolare (non urban o paranormal o gothic, ma fantasy “puro”) gode di ottima salute, viene rispettato e soprattutto conta veri e propri capolavori che non sempre giungono sui nostri scaffali.
Scrivere di genere, e in particolare di fantasy, non è così semplice come sembrerebbe. Vanni Santoni, però, padroneggia bene la materia e si fa portavoce di una grossa fetta di lettori (ma anche di autori) che chiedono al mercato editoriale nostrano di riportare il genere al suo giusto posto nell’ambito della letteratura italiana.
Armandosi della sua esperienza di autore (NON di genere, quindi “affidabile”), della sua cultura e del suo passato di giocatore di ruolo, Santoni si prepara alla sua battaglia e si avventura nella Terra Ignota del fantasy.
Non ci sono novità particolari nel suo romanzo, ma io lo sostengo da sempre: lo scrittore “di genere” (e soprattutto quello che tra i generi sceglie il fantasy classico) DEVE rispettare alcuni canoni/archetipi/topoi che il lettore si aspetta, conosce perfettamente e vuole vedere reinterpretati in modo originale. Un fantasy contiene NECESSARIAMENTE alcuni elementi e il pubblico si attende che accadano certe cose. Ecco perchè quando un autore spezza la prevedibilità (vedi Martin: chi avrebbe mai potuto immaginare certe morti in un fantasy prima di lui? Eppure la storia continua…) entra di prepotenza nel cuore degli amanti del genere; sta alla sua abilità spiazzare la platea utilizzando gli ingredienti noti e rimescolandoli in modo del tutto personale, inventando nuove ricette.
E questo è esattamente ciò che fa Santoni. Attinge elementi all’epica cavalleresca, alla mitologia classica, al mondo delle fiabe, al suo background di autore “colto”, e li rimescola secondo il suo gusto e il suo stile, facendo quello che secondo me ogni Scrittore (la S maiuscola non è a caso) dovrebbe fare: esplorare altri generi, sperimentare e divertirsi.
Emerge infatti dalle righe di questo romanzo un segreto divertimento nel manipolare la materia a disposizione, si intuisce l’esperienza di Santoni come giocatore di ruolo e il suo piacere nel giocare; oltre al fatto impagabile che l’Autore possiede tutti gli strumenti per costruire un intreccio narrativo complesso, dare spessore ai personaggi e infondere la sua personalità alla storia.
Ancora presto, a mio parere, per gridare al “capolavoro” (attendo di leggere i volumi successivi: solitamente queste storie crescono con l’avanzare della trama, per la quale mi aspetto sviluppi interessanti), ma sicuramente Terra Ignota è un romanzo di qualità, stilistica, lessicale e anche di contenuti.
Flussi di pensiero, descrizioni mai ridondanti, dialoghi serrati, un’azione briosa, citazioni colte, una prosa fluida e moderna; un viaggio fisico e spirituale quello di Ailis, un percorso di crescita che riproduce uno dei canoni del genere (penso a Fitz dei Lungavista, ad Arya Stark o allo stesso Frodo Baggins) e fa del libro un vero e proprio romanzo di formazione o se vogliamo un “viaggio dell’eroe”.
Sono curiosa di leggere il seguito di questa saga e mi schiero dalla parte dell’Autore che, sfruttando anche la visibilità della casa editrice, vuole restituire credibilità a un genere esploso in Italia a certi livelli solo in ambito YA (Licia Troisi docet), pur potendo contare su molti autori validi costretti a restare in un limbo e troppo spesso a “vergognarsi” di scrivere fantasy.