Torna la rubrica seriale, quest’anno ballerina come non mai ma irriducibile, con i preferiti tra le serie tv viste questa settimana. Sono stati giorni di addii, in effetti, ma anche di ritorni, quindi tutti pronti e come sempre ATTENZIONE SPOILER!
Best quote della settimana
Mad Men 7x08 – Severance
Don è tornato. Anche quest’anno e per un’ultima volta. Ho i brividi solo al pensiero. La seconda metà della settima stagione di Mad Men è ripartita con un episodio dai toni malinconici e che cerca nuovamente di far luce sulla figura di Don e i suoi segreti. Si parte con alcune audizioni per uno spot su delle pellicce, dove il nostro pubblicitario preferito dimostra che, dopo la fine del matrimonio con Megan, è tornato sulla piazza e nessuna donna in tutta Manhattan potrà resistergli. La sua apparente serenità viene però interrotta da due eventi: il primo è l’incontro con una cameriera di un diner dal volto familiare, con la quale Don instaura subito un rapporto di intimità che lo aiuterà a riflettere sulla seconda vicenda, ovvero la morte di Rachel Menken. La scomparsa di Rachel, personaggio entrato nella vita di Don nella prima stagione della serie e poi uscita dopo una breve comparsa nella seconda, ha il senso non solo del tempo che è passato, tanto nella vita del protagonista che per la serie stessa, ma è anche il riemergere di quel passato con cui Don deve ormai fare i conti (e forse la cameriera incontrata per caso ne è un chiaro segnale), oltre che il primo sentore che qualcosa ci sta lasciando o forse l’ha già fatto e noi non ce ne siamo ancora accorti: Mad Men è ormai giunto alla sua conclusione e non ci resta che fare attenzione e assistere al suo ultimo meraviglioso atto. Nel solito parallelismo, Peggy si ritrova ad avere un appuntamento combinato con quello che potrebbe essere la sua storia di questa ultima parte di Mad Men, mentre con Joan vive uno dei momenti più misogini della serie, a dimostrazione del fatto che anche i liberi anni ‘70 non sono pronti per donne in gamba come loro, lavoratrici talentuose e in carriera che non hanno più bisogno di un uomo per avere un ruolo in società(e la frase di Joan che trovate qui sopra è altamente condivisibile).
Special Season Finale: Shameless 5x12 – Love Songs (in the Key of Gallagher)
Anche quest’anno abbiamo dovuto salutare Shameless. La quinta stagione si è conclusa con un episodio dolceamaro, con la sensazione che il cerchio non si sia chiuso del tutto ma che molte delle storie raccontate nelle ultime due stagioni siano state lasciate alle spalle. Protagonista assoluto di questa season 5 è stato di sicuro il povero Ian, di cui Cameron Monaghan ha dato un interpretazione da urlo per tutta la durata della stagione. alle prese con una malattia che più volte nel corso degli episodi ci viene ribadito lo accompagnerà per tutta la vita, Ian si trova a dover affrontare un viaggio di accettazione che preferisce fare in solitaria. Prima l’allontanamento dalla famiglia iniziato nella scorsa stagione, poi la fuga da Mickey, e infine lo struggente tentativo dei due ragazzi di far funzionare una delle storie d’amore più belle e commoventi della storia delle serie televisive. In Shameless, abbiamo seguito nelle prime stagioni il nascere dell’amore di Ian per Mickey e i suoi tentativi di incoraggiarlo a lasciarsi andare, e poi nelle ultime due stagioni, quando sono cominciati i primi problemi del giovane Gallagher, ci siamo letteralmente fatti conquistare da Mickey e da un amore che era sempre più grande e che mai ci saremmo aspettati da un tipaccio come lui. Ora, pensare che la loro storia è finita fa male e spero tanto che le voci che parlano di un addio di Noel Fisher alla serie vengano smentite perché una stagione senza #Gallavich la vivo male. Altra storyline letteralmente adorata è naturalmente quella di Frank. Dopo l’aver rischiato di morire nella scorsa stagione, il nostro Frank torna alla vita più stronzo che mai. E, per una Sheila che va (e che ormai ha fatto il suo tempo) e una Sammi che è come una spina nel fianco da estirpare quanto prima, ecco che arriva Bianca, una giovane dottoressa malata di cancro, con la quale ha inizio a una relazione che è quanto mai catartica per entrambi e in particolare per Frank che sembra quasi rigenerarsi e riscoprire il piacere della vita, anzi quello non l’hai mai perso e semmai ne trova una conferma potente e in qualche modo giustificatrice delle sue scelte sempre piuttosto discutibili. D’altronde uno come Frank arrivi anche a odiarlo ma non puoi resistergli e guai se non ci fosse. Per il resto, ho trovato leggermente confusionaria la vicenda di Fiona: una ragazza dalla vita incasinatissima inclusa la sfera sentimentale, che quest’anno si ritrova con ben due, anzi tre, uomini al suo cospetto. La breve comparsa di Jimmy/Steve ha contribuito unicamente a incasinare ulteriormente Fiona, già alle prese con un matrimonio avventato con il bel musicista e l’attrazione non troppo nascosta per il suo capo, e sono ancora indecisa su che senso dare all’intera faccenda. Di sicuro c’è che la storia di Fiona spesso arriva a sopraffare quelle degli altri personaggi e non è sempre un pregio. In definitiva, la quinta stagione nel suo complesso appare quasi come una stagione di transizione. La crescita, il diventare adulti, coinvolge tutti i protagonisti, Kevin e Vi inclusi, alle prese con il loro ruolo di genitori che li porta alla prima vera crisi di coppia, e se nella quarta stagione l’intera serie era stata attraversata da una grande scossa, quest’anno i nostri Gallagher hanno cercato di affrontarne le conseguenze, in modo più o meno convincente (Lip che sembra allontanarsi sempre più dalla vita del quartiere per abbracciare ciò che il college può essere in grado di offrire a un ragazzo come lui da un lato, Carl che si avvia all’unica carriera che avevamo immaginato per lui, cioè quella del delinquente e Debbie in cerca come sempre di una famiglia vera e per questo pronta a compiere delle scelte avventate dall’altro), ma sempre guardando avanti. Si cresce giorno dopo giorno in Shameless e il racconto di queste vite sconclusionate e pur così irresistibili continua a fare della serie una delle più amate e tra le migliori da seguire, e ci sono quintalate di momenti epici che possono confermarlo (vedi la scena in cui Mickey e Deb credono si aver ucciso Sammi… semplicemente grandiosa!) L’episodio finale, forse, manca di un vero cliffhanger e ci lascia, più che con molte domande, con un unico grande quesito: “Di già?” Perché Shameless scorre che è una bellezza e ne diventiamo orfani sempre troppo presto. Per favore tornate presto!
Special Season Finale 2: House of Cards 3x13 – Capitolo 39
In Italia terminerà solo il 15 aprile, ma qui abbiamo assistito da poco all’ultimo episodio di una terza stagione intensa e controversa ma sempre memorabile e talmente ben scritta da lasciarti senza fiato ogni volta. Con Frank alla guida degli Stati Uniti gli scenari che ci si poteva immaginare a inizio stagione erano molti, ma forse non ce l’aspettavamo così. Nelle prime due stagioni di House of Cards, Frank UNderwood è sempre apparso un’eminenza grigia in cerca di vendetta, il burattinaio che muove i fili per punire coloro che lo hanno danneggiato e salire la scalata al potere che lo ha condotto all’obiettivo ultimo, la poltrona di Presidente. Arrivato in cima, ora bisogna assolutamente mantenere la posizione e prepararsi alle elezioni. Ed è qui che Frank compie una trasformazione: tra i doveri di presidente è, gli oppositori sempre pronti a screditarlo e i suoi alleati che sono anche peggio dei nemici, Underwood si ritrova a non avere più quella libertà d’azione che aveva un tempo, non più alla guida del gioco ma un pezzo, seppur importante, della scacchiera. A mettere in evidenza questo stato di cose è anche la sua relazione con Claire. Da sempre a coppia Frank-Claire ci è apparsa invincibile e impossibile da abbattere, due menti affini che si sono incontrate e desiderano le stesse quasi sempre le stesse cose, condividendo una vita insieme e obiettivi comuni. Ecco, in questa stagione più che la politica sono le relazioni umane ad avere la meglio, soprattutto il rapporto complicato tra il Presidente e la sua First Lady, che ci appaiono più distanti che mai. Mentre Frank appare sempre più in difficolta a tenere salde le redini del potere, Claire prova a intraprendere una sua strada, partendo dalla posizione di Frank come trampolino di lancio. Di episodio in episodio, però, le cose non vanno come dovrebbero, e Claire, ormai sofferente e disillusa del governo di Frank e della realtà che si ritrova ad affrontare, si ritrova di nuovo a essere relegata un ruolo di rappresentanza, con un’opinione pubblica contenta di lei se bionda e un marito che sfrutta la sua popolarità per raggranellare elettori. Sarà sua la mossa finale che stravolgerà ancora una volta le carte in tavola. Quando per Frank sembra di essere tornato in carreggiata, dopo la fallimentare politica estera e il naufragare della sua discutibile riforma per il lavoro, ecco che Claire lo mette di fronte alla realtà dei fatti: il loro percorso è stato tutto un’illusione e marito e moglie non sono mai stati due pari a tutti gli effetti e la reazione di Frank non è che una conferma e se da una parte ci troviamo quasi dalla parte di Frank e della sua concezione machiavellica della vita per cui bisogna fare quello che si deve fare, senza troppe remore e sentimentalismi, dall’altra non possiamo non simpatizzare con una Claire che, lo sappiamo bene, ha rinunciato negli anni a molte cose, convinta di star realizzando un destino comune e che, alla fine, si ritrova stanza e sola di fronte a un uomo che non può dargli quello che lei vuole. La scena in cui Claire torna a Washington mentre in sottofondo si acclama la vittoria di Frank è probabilmente tra le più belle di questa stagione e la decisione finale di lasciare il marito quando la campagna elettorale è ormai nel vivo e le elezioni sono vicine è una rivincita, lo scrollarsi di dosso il peso di una situazione ormai insostenibile, ma anche la mossa inaspettata che rimette tutto in gioco e ci lascia di stucco con un anno davanti prima di scoprire cosa accadrà! Infine, per quanto riguarda la storyline secondaria, quella di Doug, non si può dire che ci abbia lasciato sorpresi, anche se in un primo momento il rancore di Doug sembrava essere più indirizzato verso i coniugi Underwood che sulla povera Rachel. Ciononostante, gli autori sono stati in grado di confonderci e tenerci sulle spine fino all’ultimo. Dapprima Doug sembra più bisogno di trovare una nuova direzione da dare alla sua vita e ripartire da zero – addirittura le scene con i nipotini parevano volerci racocntare un uomo nuovo – poi, quando viene a galla il suo cervellotico piano per tornare nelle grazie di Frank, ché solo tra simili ci si intende, capiamo che è pronto per chiudere il capitolo Rachel e solo per un attimo abbiamo sperato che la ragazza si fosse salvata e lui si fosse messo l’anima in pace. Ma House of Cards non è una serie di redenzioni e così Rachel finisce nella fossa per buona pace sua e di noi spettatori che già non vediamo l’ora che torni con la quarta stagione.
Buona visione a tutti!