Arrivo con un paio di giorni di ritardo, ma su questo blog non poteva mancare un post omaggio a una delle serie più importanti della storia della televisione e della serialità moderna, a dieci anni dal suo primo episodio, il 22 settembre 2014. C’è poco da fare, abbiamo cominciato tutti con Lost e siamo finiti per essere dei serial addicted instabili e felici, mentre le emittenti e case di produzione hanno dovuto rivedere il loro concetto di “serie tv” e fiction televisiva, poiché dopo Lost niente è stato più lo stesso.
Uno show apparso come una bomba nel nostro zapping quotidiano per rivoluzionare tutto, innovativo nel linguaggio, dalla storia controversa ed emozionante, dai personaggi indimenticabili e bellissimi. Jack, Sawyer, Locke, Harley, Juliet, Kate, Benjamin, Desmond, Charlie… sembra quasi di parlare di vecchi amici, e forse, per chi come me ha seguito i sei entusiasmanti anni di vita della serie, la sensazione è proprio quella. Perché chi soffre di Lostalgia fa parte di una grande e calorosa famiglia, che ancora si emoziona se pensa all’occhio di Jack che si apre di scatto sulla giungla o alla morte di Charlie o ancora alla telefonata di Desmond a Penny, oppure alla storia tra Sawyer e Juliet e molto altro ancora. Una comunità che continua a versare lacrime al grido di “We have to go back!”. E, diciamo la verità, quanti di noi vorrebbero tornare indietro sull’isola e rivivere uno degli eventi televisivi più entusiasmante degli ultimi dieci anni. Tralasciando le opinioni discordanti sul finale, che fece un gran rumore a testimoniare la portata che la serie aveva raggiunto, Lost ha scavato un posto speciale nel cuore di chiunque abbia seguito le vicende dei suoi protagonisti, e festeggiare i suoi 10 anni diventa non solo una commemorazione ma anche e soprattutto una festa piena di affetto e un pizzico di malinconia, dove tutti ci sentiamo ancora reduci nostalgici di un’incredibile avventura, orfani di una serie che ha significato davvero tanto, ancora incapaci di adeguarci a una realtà in cui sull’isola non torneremo più.
Niente, vado ad asciugarmi le lacrime di commozione e intanto vi lascio ai 10 migliori episodi di Lost secondo la sottoscritta (operazione difficilissima, tra l’altro).
10. There's No Place Like Home: Part 2 (4x13)
La puntata in cui Ben “sposta” l’isola. In questo episodio ritroviamo Jack barbuto e imbottito di farmaci che avevamo intravisto alla fine della terza stagione, al funerale di un certo Jeremy Bentham che si rivelerà essere il defunto John Locke. Ricordo che questo particolare mi inquietò un botto, mentre piansi come un’idiota per Jin, che credevo fosse morto nell’esplosione, lasciando sola la povera Sun – e ora ve lo dico, per me la loro era una delle storie più commoventi di tutta la serie. Inoltre, è qui che tutto inizia per Sawyer e Juliet: saltato giù dall’elicottero per permettere agli altri naufraghi di salvarsi, Sawyer raggiunge a nuoto la spiaggia, dove trova Juliet e insieme a lei guarda la nave andare in fumo dopo l’esplosione. Infine, lo spostamento dell’Isola da parte di Ben, deciso a mettere un punto alla sua esperienza su quel pezzo di terra che gli aveva portato un mucchio di dolore e da cui non riusciva e non riuscirà a distaccarsi mai, è stato un giro di boa anche per l’intera serie. Da quel momento in poi le cose si sono fatte sempre più incredibili, i nodi stavano arrivando al pettine ed era chiaro che la serie aveva ormai il tempo contato per darci un epilogo degno del suo nome.
9. Ab Eterno (6x09)
La sesta stagiona di Lost è un continuo tentativo di darci le chiavi di interpretazione non solo di quello che sarebbe stato il finale, ma anche della serie nella sua interezza. Uno degli episodi che cercano di fare luce sul passato dell’isola e su i suoi segreti, è di sicuro “Ab eterno”. In questa puntata scopriamo finalmente chi cappero sia Richard Alpert, uno degli abitanti più misteriosi dell’isola, la cui vera identità ci ha assillato per ogni singola stagione di Lost. Ci viene così rivelato che Richard in realtà si chiama Ricardo, che il suo ruolo è quello di guardiano dell’isola e che tra lui e Jacob c’è uno scontro riassumibile in uno dei temi cardine di Lost, la lotta tra bene e male, il gioco di contrasti che funge da spina dorsale della serie e che le ha permesso di rimanere in piedi per ben sei stagioni. Nel migliore dei mondi, aggiungerei. Ah, e poi viene anche distrutta la statua, il cui ritrovamento ricordo ancora con emozione, dato che la mia coinquilina uscì dalla sua stanza per correre nella mia e dirmi che dovevo assolutamente guardare Lost invece di perdere tempo a studiare per l’esame di Storia della tradizione manoscritta: detto tra noi, ne è valsa decisamente la pena.
8. The Man Behind The Curtains (3x20)
Sempre a proposito della vera storia degli uomini dell’isola, questo è l’episodio in cui ci viene finalmente raccontato qualcosa del passato di Benjamin Linus, personaggio a suo tempo parecchio odiato ma che alla fine viene in qualche modo “perdonato” e descritto da un punto di vista lontano dagli inizi piuttosto burrascosi. Potere di Lost. La storia di Ben, d’altronde, è tutt’altro che semplice, una vicenda fatta di dolore e sofferenza, un ragazzino molto solo e odiato dal padre, e c’è poco da stupirsi se poi alla fine è uscito fuori l’uomo che conosciamo. Qui, infine, facciamo la conoscenza di Jacob, che attende Locke nella sua cascina, pronto per parlare con lui. Grande momento per la serie, seguito da un altro avvenimento a sorpresa: Ben, invidioso di Locke e della sua capacità di comunicare con Jacob, uccide John e lo getta nella fossa comune della Dharma. Applausi.
7. Deus Ex Machina (1x19)
Se c’è un personaggio che meglio incarna il significato più profondo di Lost, quello è sicuramente John Locke. Uomo di fede, la sua è una storia di ricerca in tutti i sensi: ricerca delle proprie origini, della figura paterna, di un senso da dare alla propria esistenza. Sarà proprio questa ricerca a renderlo il naufrago più felice del mondo, nonché uno dei elementi chiave di tutta la storia. La strada intrapresa da Locke non sarà, naturalmente, di quelle semplici: affidarsi alla propria fede verso il mondo comporta accettare rischi e delusioni. L’illusione di aver ritrovato suo padre, un uomo spietato che sfrutta il figlio biologico per i suoi interessi, vive un parallelismo anche nel presente sull’isola: Locke ha finora creduto di avere un rapporto privilegiato sull’isola, ma la morte di Boone lo mette in crisi profonda. Sarà la luce a guidarlo, in tutti i sensi. La botola si illumina, Locke può continuare a credere e noi con lui.
6. Man of Science, Man of Faith (2x01)
Episodio storico della serie, viene introdotto un altro grande personaggio di Lost: Desmond Hume. Personaggio enigmatico per buona parte della quarta stagione, Desmond spunta fuori dalla botola, con in sottofondo Make Your Own Kind of Music, dopo un anno di attesa da parte nostra per scoprire quale origine avesse la luce vista da Locke. Un’introduzione perfetta, che con un bip riaggancia tutti gli spettatori alla tensione narrativa della serie come se non fossero passati mesi dall’ultimo episodio visto. Insieme a Desmond viene inserita nella storia anche la famosa serie di cifre che il personaggio è costretto a digitare ogni 108 minuti e che noi ricorderemo finché campiamo: 4 8 15 16 23 42. Fa capolino anche la Dharma, dando vita a una seconda – o terza, o quarta, non è facile contarle – linea narrativa che presto si intreccerà alle esistenze dei nostri naufraghi. Infine, si acuisce lo scontro fede/scienza incarnato da Jack e John, conflitto che i due uomini si porteranno dietro fino alla fine e che ci regalerà momenti meravigliosi per tutte le stagioni a venire.
5. Live Together, Die Alone (2x23/24)
Sul finire della quarta stagione, Desmond è ancora al centro della vicenda, quando ci viene finalmente raccontato qualcosa della sua vita pre-isola. Finale doppio con il triplo dei feels e delle emozioni, a partire da Penny e Desmond, dalla ricerca di quest’ultimo del suo onore perduto per una delle inevitabili cadute che ci riserva la vita, dalla lettera di lei che lo salva dal suicidio, di una storia d’amore che vince il tempo e lo spazio e ci lascia con il cuore in mano ogni singola volta. E ancora sull’isola, quando Desmond scopre la terribile relazione tra lo schianto aereo e quella volta, il 22 settembre 2004, in cui non è riuscito a digitare le famose cifre, quando gli Altri – oh gli Altri, che espediente geniale per inquietarci e confonderci – catturano Jack, Kate e Sawyer in seguito alla trappola di Michael, quando Desmond decide di non ripetere lo stesso errore e “salvare” tutti attivando la chiave d’emergenza e facendo implodere il Cigno, quando infine, con la telefonata della stazione russa a Penny, scopriamo che c’è un mondo al di fuori dell’isola che trama nell’ombra. Tanto, troppo e tutto bellissimo: questi sono finale season!
4. Pilot (1x01)
Se penso a Lost, la prima immagine che mi viene in mente è quella dell’occhio di Jack che si apre terrorizzato nella giungla. Il suo è anche il nostro sguardo, smarrito e confuso, su qualcosa che sta accadendo proprio in quell’istante ma di cui non sappiamo assolutamente nulla. Quel senso di urgenza, caos, disperazione, paura, adrenalina è il benvenuto a un’avventura che lascerà il segno. L’immedesimazione con Jack è istintiva e dopo pochi minuti sappiamo già che lo seguiremo fino alla fine, ma poi lo sguardo si allarga ed ecco gli altri personaggi, ognuno con il proprio carico emotivo e di esperienze che impareremo col tempo a scoprire ed amare. La coralità delle voci sapientemente orchestrate e la scrittura curata e geniale, insieme agli effetti speciali di primordine, sono le caratteristiche che identifichiamo subito fin dall’episodio pilota, elementi che caratterizzano la serie e che fungono da campanello d’allarme: qualcosa è cambiato nel mondo della televisione. Lost è cominciato e da quel momento niente sarà più come prima.
3. The Incident (5x16)
Non credo di aver pianto tanto quanto con Lost. Quasi ogni finale di stagione si è rivelato essere una valle di lacrime. Non fa eccezione quello della quinta stagione. In un continuo movimento avanti e indietro nel tempo, al quale la serie ci ha ormai abituato (anche perché realizzato con grande fluidità e naturalezza), scopriamo che Jacob ha toccato le vite di tutti i personaggi coinvolti, assistiamo alla sua morte per mano di Ben, guidato dal finto Locke, ovvero l’uomo in nero, ma soprattutto, vediamo Juliet in fin di vita sacrificarsi per gli altri, facendo saltare in aria il nucleo della bomba che dovrebbe aiutare Jack e gli altri a cambiare il futuro. Tristezza, molte lacrime e lunghi mesi a chiedersi se quella poveretta fosse morta davvero, lasciando Sawyer solo, affranto e disperato.
2. Through the Looking Glass (3x22)
Altro grande finale dall’enorme potenza drammatica. Questo è l’episodio di “We have to go back!”, frase detta da un barbuto e confuso più che mai Jack a una Kate piuttosto spaventata e scettica, che ci rivela come le prime immagini dell’episodio, da noi poveri telespettatori creduti flashback, in realtà siano dei flashforward, ambientati nel futuro, fuori dall’isola. La situazione è ancora una volta ribaltata e a te che sei di fronte allo schermo non rimane che un bozzolo di emozioni contrastanti e l’ansia per quello che verrà in seguito. Ma questo episodio è famoso e amato e odiato anche per un altro momento epico, entrato dritto nell’Olimpo dei Momenti della storia delle tv: il sacrificio di Charlie. Si tratta di una delle vette più alte raggiunte dalla serie, un evento tristissimo che coinvolge uno dei personaggi più amati, perfetto nella sua realizzazione e nella sua grande intensità visiva: la scena della mano con su scritto “Not Penny’s Boat” è ormai iconica.
1. The Constant (4x05)
Il mio episodio preferito su tutte e sei le stagioni. Desmond viaggia tra passato, presente e futuro e lo fa per un solo e unico, nobile, coraggioso, meraviglioso motivo: l’amore per la sua Penny. La loro telefonata è la dichiarazione d’amore più romantica, sofferente, incredibile, commovente che abbia mai visto in tv, un momento tra i più belli di Lost e di sempre. Ma è anche la dimostrazione di come in Lost i misteri, gli enigmi, le tematiche etiche, filosofiche e scientifiche, siano al servizio di qualcosa di profondamente umano come può esserlo un’emozione o un sentimento come l’amore. La costante, termine matematico, diventa allora accezione che indica il vero elemento capace di legare le perone e di determinare le relazioni tra i protagonisti della serie: la fiducia nel prossimo, vero collante di ogni rapporto umano. Ok, sto di nuovo piangendo. #sapevatelo
Fuori concorso: The End (6x16)
Che l’abbiate compreso o che brancoliate ancora nel buio, che l’abbiate amato oppure odiato, il finale di Lost merita una menzione in questa Top, al di sopra di ogni posizione. Un vero fenomeno mediatico dalla portata enorme a livello internazionale. Si è parlato tanto di come sia finito Lost: per alcuni bene, per altri male, altri ancora sono ancora lì a pensarci. Tuttavia, il merito di questo finale va cercato nella sua capacità di mantenersi costante alla linea fino ad allora perseguita, sin dal pilot. Lost è una serie dalle molteplici voci, dove ognuna ha il suo peso e la sua importanza e dove nulla di ciò che accade in queste vite viene lasciata al caso. Il finale, quindi, assume il compito di “chiusura del cerchio”, mostrando, attraverso la conclusione sequenziale dei molti archi narrativi, il significato ultimo di ciò che è stato a ogni singolo protagonista, i quali scoprono finalmente la verità, unica per tutti ma diversa per ognuno. Probabilmente le tematiche al limite della spiritualità hanno fatto storcere il naso a molti di noi, ma Lost è il racconto di un viaggio, quello della vita, che ciascun personaggio ha affrontato per cercare quel qualcosa dentro di sé che li ha resi completi e pronti a passare oltre. Una metafora di un tempo in cui ci si sente spesso “persi” e in continua cerca di quel senso che sembra sempre sfuggire. Jack e gli altri, grazie all’isola, hanno raggiunto il traguardo della loro personale ricerca: le porte sono aperte, è giunto il momento di andare avanti. Il mettere in secondo piano gli elementi più fantascientifici e incredibili della serie diventa, allora, una scelta consapevole degli autori, compiuta per dare spazio al vero punto di forza di Lost, ovvero il suo enorme potenziale umano, emotivo e psicologico, capace di contraddistinguerla e renderla unica nel suo genere.
Tanti auguri Lost!
E i vostri episodi preferiti di Lost quali sono?