Magazine Arte
Il "suicidio onorevole" di Serj Tankian e del nostro pianeta (secondo il cantante americarmeno) capita al momento giusto, prima che l'astinenza dei numerosissimi seguaci dei System Of A Down causasse danni irreparabili. Perché il terzo disco solista (quinto se si considera il progetto etnico Serart in compagnia del musicista armeno Arto Tuncboyaciyan, e il live con l'orchestra sinfonica alle spalle) del poliedrico artista è insieme al primo stupendo album, Elect The Dead, la cosa più vicina ai suoni e alle atmosfere create dai System, pur essendo profondamente diverso. Qui di etnico, sinfonico o elettronico non c'è molto, o almeno non nella misura alla quale ci stava abituando con le sue ultime opere. Gli undici brani racchiusi in circa 45 minuti di grande musica sono estremamente godibili e molto rock. Lo scheletro che lo sorregge è un robusto hard rock alternativo, screziato di punk, hardcore, indie, un pizzico di spezie jazz, qualche sprazzo di elettronica non eccessivamente invadente e la solita, irresistibile e incontenibile, inventiva. La voce di Tankian continua a essere una delle più originali e interessanti del panorama indipendente mondiale e basterebbe da sola a tirare il disco. Se poi si aggiungono anche una manciata di ottimi brani, il gioco è fatto e questo Harakiri non dovrebbe faticare a sbancare le classifiche indipendenti e non solo. Il ritmo sostenuto della traccia di apertura, Cornucopia, già uscita come singolo, mette subito le cose in chiaro e riesce a far capire qual'è lo spessore dell'album. Il riff metal di Figure It Out sfonda una porta già aperta e a questo punto ci si può mettere comodi e tranquilli, niente di indigesto e astruso: si tratta di un ottimo disco rock seppur non privo delle interessantissime bizzarrie tipiche di Tankian. La successiva Ching Chime è l'unica traccia dove il rock si mescola (in modo fantastico, tra l'altro) con i suoni etnici di matrice mediorientale. La Butterfly che la segue cambia ancora registro alternando intense parti melodiche con un tiro non molto distante dall'hardcore melodico. Probabilmente la farfalla è dopata. Ma i brani migliori devono ancora arrivare: la stupenda title track vale da sola l'acquisto del disco. Eppure non finisce qui. Il disco continua a crescere con altri gioielli imprevedibili come la bellissima Occupied Tears, la lenta Deafening Silence che scivola sinuosa su un tappeto elettronico ricamato da una voce femminile. Forget Me Not parte con un carezzevole piano e un ritmo soffuso (stranamente sembra di sentire i Muse, ma la sensazione dura pochi secondi) per poi impennarsi in una cavalcata rockeggiante. Reality Tv parte con un arpeggio di chitarra acustica tinteggiato di umori etnici e il grande rock nel quale giunge a metamorfosi è portatore di un forte impatto epico. La successiva Uneducated Democracy ha, invece, un invidiabile tiro hardcore. Chiude il disco Weave On, anche questa dal forte sapore punk rock.Da sottolineare il fatto che buona parte del lavoro di composizione dell'album è stato fatto da Serj Tankian con l'ausilio di un iPad... I tempi cambiano.
Tracklist:01.Cornucopia02.Figure It Out03.Ching Chime04.Butterfly05.Harakiri06.Occupied Tears07.Deafening Silence08.Forget Me Not09.Reality TV10.Uneducated Democracy11.Weave On
Reprise -Serjcal Strike Records - 2012
voto: 8
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