Se non avete mai sentito parlare della serotonina, possiamo dire che è una molecola meglio nota come "ormone del buonumore". Essa, in particolare, è un neurotrasmettitore sintetizzato dai neuroni del sistema nervoso centrale e fino ad oggi si era scoperto un suo coinvolgimento nella regolazione dell'umore, funzionando da attivatore nei confronti di alcuni neuroni e disattivatore di altri.
Un team di ricercatori della
Washington University School of Medicine in St. Louis ha condotto di recente uno studio, pubblicato il 23 marzo su
Nature, sul ruolo della serotonina nei topi, giungendo ad una scoperta a dir poco sorprendente.
Se i topi maschi vengono privati di quest'importante messaggero chimico, essi sembrano essere poco interessati nella scelta del sesso del partner. In particolare, essi non evitano più l'odore di altri maschi, ma anzi, tentano proprio di accoppiarsi con essi dopo averlo percepito.La scelta del partner da parte dei topi maschi avviene di base attraverso la percezione di feromoni e l'emissione di squittii ultrasonici, ma da quest'ultima scoperta sembra che anche l'azione del neurotrasmettitore serotonina possa esercitare un'influenza sulla scelta dei partner.
In particolare,
l'esperimento è stato condotto privando alcuni topi maschi, con tecniche d'ingegneria genetica, delle cellule nervose cerebrali responsabili della produzione di serotonina. In una fase iniziale dell'esperimento, la serotonina non sembra avere alcun effetto rilevante sui topi, in quanto questi continuano imperterriti a corteggiare le femmine della loro specie. Quando però i topi così modificati vengono posti dinanzi alla scelta tra maschi e femmine, non è più presente una netta preferenza del sesso opposto. In particolare, dinanzi alla scelta, circa il 50% dei maschi tenta di accoppiarsi prima con i maschi e in seguito con le femmine (guarda il video sotto); hanno dimostrato inoltre una tendenza maggiore, rispetto all'atteso, ad emettere squittii ultrasonici verso gli altri maschi e a dedicare la stessa quantità di tempo ad annusare genitali sia maschili che femminili, mentre in condizioni ordinarie i maschi spendono più tempo ad annusare quelli femminili.
Per avere ulteriore conferma di questi risultati, i ricercatori hanno iniettato in questi topi geneticamente modificati un precursore della serotonina, osservando dopo appena mezz'ora che essi ritornavano al loro comportamento ordinario, ossia al momento di dover scegliere tra maschi e femmine ritornavano a prediligere queste ultime.
Inutile dire che già molti scienziati sono galvanizzati da questo studio e si sono già rimboccati le maniche per allestire nuovi esperimenti del genere.
Questa scoperta è importante perché fino ad ora nessuno scienziato aveva mai anche pensato che la serotonina, generalmente associata ad altri aspetti comportamentali come la sazietà, il sonno, l'aggressività ed il buonumore, potesse essere coinvolta, per così dire, nelle preferenze sessuali, ma pensare che ciò equivalga a significare omosessualità sarebbe una conclusione banale ed affrettata. Bisogna inoltre aggiungere che non è stata ancora verificata l'influenza della serotonina in topi di sesso femminile, per cui si è ancora lontani dall'azzardare ipotesi spinte troppo oltre. Se tuttavia non è pensabile attribuire ad una singola molecola la responsabilità dei gusti sessuali di un individuo, essendo la sfera sessuale estremamente complessa di per sè, non si può escludere a priori che il cervello possa esercitare una qualche
influenza sui comportamenti sessuali. Staremo a vedere con nutrito interesse cosa diranno i prossimi studi su questa tematica affascinante.
Yan Liu, Yun’ai Jiang, Yunxia Si, Ji-Young Kim, Zhou-Feng Chen, Yi Rao (2011). Molecular regulation of sexual preference revealed by genetic studies of 5-HT in the brains of male mice Nature