Capisco le "buone intenzioni" per superare il divario culturale e la diffidenza verso l'IT. Ma attenti a non deludere i nèo-entusiasti della Rete, allargando il Cultural Divide, invece di azzerarlo. Sarebbe davvero un peccato far disamorare gli italiani dalla tecnologia, perché gli italiani sono già rimasti delusi dal "baco del millennio", dalla finta PEC, dai servizi PA scarsamente accessibili, inusabili e poco funzionali... Servono invece professionalità e competenza, per far capire che l'IT genera risparmi e produce efficienza
La democrazia diretta, il voto digitale, la partecipazione telematica diventeranno mainstream nel mondo nel giro di qualche anno. Ma se l'Italia non investe seriamente in IT, resterà ancora indietro, in maniera drammatica. E non perché non abbia avuto le idee, ma perché le ha subappaltate a chi non ha saputo metterle in pratica in modo serio, professionale e competente! Questo crea un ritardo e genera il Cultural Divide. Quando gli altri Paesi ci supereranno nel voto elettronico, ci morderemo le mani. Il divario culturale va invece colmato, mostrando agli italiani che l'IT funziona. Davvero. E non teme nessuno, tanto meno gli hacker, che sono sempre utili a scoprire i bug.