Aspettare, far passare il tempo. Vedere cosa succede. E una soluzione: sì, poi tutto si aggiusta. Hong Kong Express. Wong Kar Wai. Due storie. E dentro tutto quello che vorremmo saper raccontare. Mi avevano detto che è uno di quei dieci film che vorresti non avere ancora visto, per poterti godere ogni immagine. Per poterti sorprendere ancora. E’ uno di quei film che aiuta a respirare meglio.
Lui è appena stato lasciato. Lei non lo cerca, ha un altro. Lui si dà un mese di tempo. Per aspettarla, per dimenticarla. E ogni giorno, fino a quel primo maggio, uno dopo l’altro compra 30 barattoli di ananas. Lei lo adorava. “Se anche i ricordi sono come i barattoli di ananas spero che quel barattolo non scada mai. E se proprio deve avere una data di scadenza spero sia tra 10mila anni”. Una data di scadenza. Un’indigestione, fino a vomitare tutto, ananas e memoria. I ricordi restano, non si vogliono non si possono cancellare, ma un viso nuovo porta uno strato di polvere più profondo.
Lui è appena stato lasciato. Lei ha deciso di cambiare. Di andare e non tornare. Lui cerca di capire attraverso il suo tempo, il suo spazio, i suoi oggetti. Incontra il sogno di scappare, indossato sbarazzino da una ragazza che lo cerca. Che lo vuole. Ma non abbastanza da smettere di sognare. C’è un tempo del silenzio, c’è un tempo per dormire, un tempo per ricordarsi di non smettere di osservare, per diventare più attenti. E’ quello il tempo in cui bisogna capire. Aspettare? Forse. Ma con una data di scadenza.