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Serve una rivoluzione

Da Lucalo

Estate.

In quella terra di nessuno chiamata Molise.

Vado a comprarmi le scarpe.

Ebbene sì, succede anche a me.

Comunque.

“Quanto pago” faccio, e proprio in quel momento la radio in sottofondo dice che Berlusconi è stato condannato.

Lui mi guarda.

Io lo guardo.

Settantina d’anni.

Silenzio.

Magari rimedio uno sconto particolare, penso.

L’uomo tartaruga posa la confezione delle scarpe sul tavolo.

Toglie gli occhiali.

Lentamente.

“Vede, una cosa che mi stupisce – dice – è che questo farabutto ha distrutto l’Italia eppure ci sono giovani come lei che continuano a comprarsi le scarpe senza fare niente.”

Deglutisco.

“Dice che ho sbagliato numero di scarpa?”

Si avvicina.

“La gente come lei deve cambiare questo paese.”

“Guardi, lei sta parlando proprio con la perso…”

“Voi giovani dovete ribellarvi. Dovete cambiare tutto. Lo dovete fare ora. Serve una rivoluzione. Non domani: ora.”

“È che adesso lei mi vede in costume e ciabatte, perché di solito…”

“Lei non mi deve spiegare niente. Si vede che è un bravo ragazzo, fa quello che può fare. Ma non è abbastanza.”

“Sul serio: sono andato via di casa otto anni fa e…”

“Non basta, mio caro, non basta! Lei deve fare qualcosa.”

“Io!”

“Lei. Serve qualcosa di nuovo. Serve…”

“Ho capito: una rivoluzione.”

“Una rivoluzione. Bravo.”

Una nuova cliente si mette in fila dietro di me.

L’uomo tartaruga si ricompone.

Rimette su gli occhiali, batte lo scontrino.

La radio manda un pezzo di Lady Gaga.

Saluto, prendo le scarpe ed esco fuori.

Sorrido.

Ecco, è più o meno così che è nata l’idea di fare il tour.


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