Servi, altro che Sharing Economy

Autobesana, uber all’italiana

Come il capitalismo sta cercando di soffocare sul nascere la rivoluzione della sharing economy.

Anche se ne parlo poco in questo blog, in questi anni di viaggi ho cercato di vivere e sperimentare modelli di vita alternativi, conscio dell’insostenibiilità di quello imperante.

E

Couchsurfing è sharing economy, non AirBnb, che oltre a non pagare tasse si prende una vergognosa commissione.

BlaBlaCar, anche se non gratuito, è al limite sharing economy, visto che forse il proprietario della macchina che offre passaggi a pagamento fa una piccola cresta se riesce a riempirla, ma ha comunque dei costi fissi di viaggio.

Uber, certamente no. Anzi, Uber è il peggio del peggio. E con tutto l’odio che i tassiti italiani si meritano, loro non sono certo la soluzione, ma il classico passare dalla padella alla brace.

No matter what apps you use on your phone, you aren’t Steve Jobs. You aren’t Richard Branson. You aren’t a maverick. You aren’t part of something grand. You’re just moonlighting as an amateur cab driver or a handyman so you can maybe pay off your student debt before you’re 80 (or just buy a bigger flat screen TV for your ridiculously overpriced mousetrap of an apartment).

Let’s face it, “sharing economy” is mostly spin. It mostly consists of people who have excess disposable income hiring those who do not; it’s pretty rare to vacillate across that divide. Far more accurate to call it the “servant economy.”

The fix is simple: Level playing fields. Fair markets with controls. That means regulation, oversight, rules. I know that doesn’t sit well with the “deregulate all the things” nullification crowd, but there’s a reason we have those kinds of protections. They protect small, privately owned companies from being smashed to bits by giant global conglomerates and fraudsters.

You aren’t sharing. You’re selling and renting little blocks of your life for a few bucks and giving your opt-in marketplace a cut of the action

ueste aziende si vendono come benefattrici di economia partecipativa e invece stanno facendo più danni di quelle vecchie

Tutte le multinazionali protagoniste della New Economy, Google, Apple e Amazon, eludono le tasse col sistema delle scatole cinesi e la sede in Lussemburgo. Ognuna di loro evade cifre pari a centinaia di milioni di euro, ma per il popolo bue il problema sono gli extracomunitari.. Ruspa!