Servitù della gleba, nuova mossa di Lukashenko
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Tra un’Ucraina e una Russia in guerra, spunta una Bielorussia schiacciata sempre più dal dittatore Alexandr Lukashenko. La chiama lui stesso “servitù della gleba” ed è ciò che punta a introdurre nel suo Paese: ai contadini verrà proibito abbandonare le loro aziende e trasferirsi in città. In più, tutti i dirigenti subiranno sanzioni penali nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Lukashenko fu definito “ultimo dittatore d’Europa” da Condoleeza Rice, e il titolo lo ha sempre lusingato: “In fondo quasi mi invidio da solo, sono l’unico, non c’è un altro come me” ha confessato qualche tempo fa. Governa la Bielorussia dal 1994 a oggi, indisturbato. “Fino a che Dio, il popolo e la salute me lo permetteranno” ha dichiarato. I bielorussi, dal canto loro, lo chiamano “padre”. E il padre della patria non teme alcun Maidan: “Qui da noi non accadrà mai” ha tuonato fiero. Insensibile alle sanzioni europee (altro tema delicato, l’Europa non può fare null’altro che multe?), ogni tanto si reca in Venezuela con il figlioletto (“il mio delfino”) perché “l’Occidente devasta i nostri figli”. E, proprio contro l’Occidente, il dittatore bielorusso ha firmato nelle scorse ore un patto storico di natura economica con altri due dittatori dell’Est: Putin e Nazarbaev, capo del Kazakistan.
Per concludere, non dimentichiamo mai di quella volta che Berlusconi strizzò l’occhio al dittatore dicendogli “il tuo popolo ti ama”. Sì, Berlusconi.
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