di Rina Brundu. “Santoro, pietà, pietà di me!” ha implorato due sere fa, durante l’ultima puntata di Servizio Pubblico (Perdono di Stato), il filosofo Massimo Cacciari, sopraffatto davanti alla linea gossipara che – mercé le rivelazioni di Michelle Bonev a proposito dell’ultimo capitolo de Le mirabolanti avventure di re Silvio nell’harem delle meraviglie – prendeva quel glorioso programma un tempo dedicato all’approfondimento politico. Poi l’ex-sindaco di Venezia, facendo il verso a un Baruch Spinoza d’annata, il quale lamentava “Con quanta imprudenza molti cercano di levar di mezzo un tiranno senza essere in grado di eliminare le cause che fanno del principe un tiranno”, si è incazzato da par suo: “Il problema, il dramma di questo Paese è che Berlusconi non è stato sconfitto politicamente”.
Santoro registrava l’accorata dichiarazione, ma lungi dal proseguire sulla strada così brillantemente seminata, sterzava, tornava a monte; del resto, dai tempi di Enrico VIII – ma anche prima – lo insegna la storia del mondo che la quasi totalità delle decisioni politiche che contano vengono prese nella terza camera del Parlamento; la quale camera, a dispetto di ogni velleità vespiana non è Porta a Porta ma è la camera da letto. Anche per questo motivo non si può biasimare completamente il conduttore-a-rischio-querela che ha continuato come un carro-armato con il suo “scoop” giornalistico dell’anno. Tolte le ciliegine scandalistiche (ma chi è che si scandalizza ancora? Bisognerebbe scovarlo e imbalsamarlo!), ciò che restava sul piatto era infatti una torta succulenta che ha mostrato uno “squarcio” di Sistema-vero, o per dirla con Travaglio uno squarcio di Sistema-Berlusconi.
Sono completamente d’accordo, morto il berlusconismo della prima ora – per inciso il berlusconismo figlio esuberante e vulcanico del machiavellismo più rampante – siamo infine arrivati alla fase di sedimentazione. Insomma, la dottrina si fa-sistema, rispettato e condiviso, o per dirla altrimenti siamo-tutti-Berlusconi. Se questo è vero, allora i dolori politici del (giovane? Chi può dirlo?) filosofo Cacciari, che grazie a una vis-comica non indifferente, sapevano diventare, a momenti, marchio di fabbrica visibile e sublime, sono purtroppo destinati a crescere esponenzialmente e probabilmente a non cessare mai.
Che fare? Come evitare che nuove rughe profonde e scurite vadano a segnare in maniera indelebile un volto dove il tempo sembrerebbe avere già consumato ogni sua impensabile vendetta? A mio avviso dobbiamo risolvere adattandoci anche culturalmente al nuovo Sistema. Copiando dalla gloriosa supercazzola del Festival di Venezia – per dirla sempre con Travaglio – che pur di premiare la Bonev raccomandata da Berlusconi avrebbe inventato un premio ad-hoc, o per essere più precisi avrebbe consegnato la seguente targa “Premio speciale Action for Women – al produttore dell’opera Good – bye Mama”; insomma, assumiamo un ghost-writer di bocca-buona, mettiamo il nuovo scandalo bunga-bunga nero su bianco, contattiamo un compiancente dirigente RAI per produrre la “fiction” con i soldi del contribuente tartassato e poi corriamo dal rigattiere all’angolo affinché incida la nuova targa overnight: “Premio speciale A Li mortacci tua – al produttore dell’opera Good – bye….. Italia”.
Featured image, screenshot da Servizio Pubblico.
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