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Servizio Pubblico: L’AVVENTO – In quei giorni avvenne che uscì un editto di Silvio Berlusconi che ordinava di fare campagna elettorale dovunque. E poi Santoro, con grande gioia, disse ai past.. a Travaglio: “Indovina chi viene a cena?”.

Creato il 29 dicembre 2012 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

silvio da santorodi Rina Brundu. Serve precisarlo, sulla significazione della… parola Wikipedia è chiara: “L’avvento, in molti riti cristiani, è il tempo liturgico che precede il Natale ed è preparatorio allo stesso: nei riti cristiani occidentali segna l’inizio del nuovo anno liturgico. La parola avvento deriva dal latino adventus e significa “venuta” anche se, nell’accezione più diffusa, viene indicato come “attesa”".

Naturalmente, quanto riportato dal capace redattore wikipedico andava bene prima. Adesso, vale a dire da quando Silvio Berlusconi ha annunciato che, il 10 gennaio prossimo, andrà ospite della trasmissione Servizio Pubblico (in onda su La7 e online), di Michele Santoro e vi andrà perché, dice lui “Travaglio mi è simpatico” -  oltre al fatto che nessun altro conduttore lo inviterebbe in prima serata – la dicitura di cui sopra andrebbe come minimo riarrangiata. Questo perché l’avvento in questione, o meglio l’attesa per questo specifico evento, supera di gran lunga l’attesa appena soddisfatta per la fatidica nascita in quel di Betlemme. Se non altro perché il secondo evento è ricorrente, annuale, formalizzato e formalizzante, il primo invece ha la stessa periodicità della cometa di Halley, forse maggiore, e dunque presenta in sé caratteri assolutamente eccezionali.

Da esegeta del programma santoriano (negli ultimi due anni non c’è stata valida puntata di quella trasmissione che non sia stata analizzata nel dettaglio su questo sito), non posso comunque esimermi dal dire la mia. Certo, anche dedicarmi ad un lavoro socialmente utile sarebbe opzione buona e giusta ma, insomma, inutile guardare il pelo nell’uovo. Il fatto è che – conoscendo molto bene le dinamiche che governano quel programma, e conoscendo pure le modalità croniche di proposizione dei leitmotive del berlusconismo sono un tantino preoccupata. Ovvero, ho ormai visioni ed incubi notturni nei quali, diversi scenari apocalittico-mediatici possibili, si presentano alla mia mente e non mi lasciano dormire.

Una tra le opzioni più nefaste infestanti i miei sogni, è che la sigla d’apertura sarà allietata, in quella occasione, dal jingle di “Guess, who’s coming to dinner?” (1967) indimenticabile capolavoro cinematografico sull’idiozia che era e che è la segregazione razziale, brillantemente interpretato da Spencer Tracy e Katharine Hepburn. Non mi è ancora chiaro a chi verranno assegnati i ruoli che furono di Katharine Houghton e di John Prentice ma questo è davvero il minore dei problemi.  Il peggio sarà quando Santoro, con l’acquolina alla bocca, ricorderà i tempi dell’editto-bulgaro (per la serie dalla Russia con… pardon, da Erode a Mamma-Rai con infinito amore), e quando Silvio, appena accomodatosi sulla poltrona – senza mai smettere di sorridere e dopo avere stretto le mani a tutti, incluso il capo-claque di parte avversa – procederà a confutare ogni parola di quanto detto dal padrone di casa di concerto (via microfono nascosto) con il dottor Ghedini.

Tuttavia, mentre Dario Fo e Daniele Luzzati non avranno mancato di dire la loro in collegamento esterno, nulla potrà competere (televisamente parlando, si intende – e Bruno Vespa è bene che se ne faccia una ragione in anticipo!) con l’attesissimo catartico istante del sermone del Travaglio de’ Travaglis che in sole 78 ore, 14 minuti e 21 secondi declamerà – con puntigliosa caparbietà e attenzione al dettaglio – ogni capo accusatorio all’ex Presidente del Consiglio nei suoi circa 110 processi, 2500 udienze, 530 perquisizioni et varie et eventuali.

Come dirla altrimenti? Beati coloro che siederanno nelle ultime file perché saranno i primi… a uscire dallo studio!

Featured image Giotto riadattato ai tempi.

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