di Rina Brundu. “Tutti coglioni quelli che mi hanno votato?” con questa fulminante domanda retorica, preceduta di pochissimi secondi dalla rivelazione di quelle che saranno le parole incise sulla sua tomba – ovvero, “Fu un uomo buono e giusto” – un sorridente, rilassato, finanche scanzonato Silvio Berlusconi ha lasciato lo studio del santoriano Servizio Pubblico (la7), a suo modo “sdoganato” e, forse, da vincitore-morale dell’epocale tenzone. Di sicuro, un altro uomo rispetto a quello visto nelle innumerevoli disastrose prove mediatiche degli ultimi tempi, inclusa la logorroica e noiosissima performance di ieri sera durante il programma “Otto e mezzo” (la7), condotto da Lilli Gruber. Ma Marco Travaglio e Michele Santoro non sono stati da meno e, a parte la solita apparizione di “contorno” delle conduttrici nell’arena, l’intera serata – con i suoi colpi proibiti più o meno bassi, con numerosi colpi di scena e diversi colpi in coda – si è risolta in un momento televisivo da ricordare per molto, moltissimo tempo.
Nel dettaglio: il “mood”. A raccontarla giusta l’inizio puntata è rimasto esageratamente “ingessato” dentro le dinamiche asfissianti di quelli che sembravano severissimi accordi pre-partita (vedi claque zittita), per ritenere il maggior controllo possibile della stessa; “ingessato” a tal punto che, nel suo solito incipit-mediatico, nella sua solita settimanale prolusione tesa a raccontare il santoriano-pensiero, lo stesso conduttore si è scordato di parlare di nomine Rai incombenti e/o similari e di lanciare l’immancabile affondo contro chiunque sia reo di connivenza col “sistema” che dirime sul suo amatissimo servizio pubblico. Il “magnifico” ospite invece appariva esageratamente teso: seduto da solo al centro dello studio fissava in cagnesco ora questo ora quello come indeciso chi dei suoi “avversari” avrebbe sferrato l’attacco fatale ma comunque pronto a pararlo. Soprattutto, comunque a pronto a interrompere chicchessia per richiedere la parola, per spiegare nell’usata maniera prolissa, per dissentire, per portare l’acqua al suo mulino, per raccontare verità mai rivelate e per difendere da irriducibile ogni indifendibile mossa dell’operato dei suoi governi in ogni secondo, minuto, ora della loro esistenza. Poi, facendo perno sulla battuta di Berlusconi a Santoro: “Ma lei ha fatto le scuole serali o l’università?”, abilmente sfruttata per tutta la puntata dallo stesso conduttore, il clima si è lentamente rasserenato e il programma ha potuto vivere più liberato.
La discussione politica. Il meglio della stessa credo si sia avuto quando è intervenuta Francesca, una imprenditrice del Nord Est, la quale, oltre a lamentare la perdità di sovranità monetaria del Paese e a vedere in un’improbabile uscita dall’Euro la cura di tutti i mali economico-finanziari presenti e futuri, si è più opportunamente soffermata a raccontare la crisi vissuta da quella produttiva parte d’Italia e il dramma dei suicidi dei suoi imprenditori, suicidi spesso nascosti, mai raccontati dai giornali ma il cui numero aumenta progressivamente. Rispetto al topic “discussione-politica” as-a-whole, Berlusconi non ha invece aggiunto nulla di nuovo al filo consunto del suo ragionare e si è più volte trovato in difficoltà, in particolare quando gli veniva ricordato che il suo partito è stato uno di quelli che ha sostenuto l’operato di Monti quando si decise di introdurre la tassazione sulla prima casa, la stessa che adesso vorrebbe abolire.
Lo scontro Travaglio-Berlusconi. “Lo lasci lì che lo guardo in faccia!” così parlò Zarat… così ordinò Berlusconi a Santoro quando costui tentò di rimandare Travaglio dal tavolo dove aveva appena terminato il suo primo intervento contra-Silvio-da-Arcore, alla sua solita postazione nelle retrovie. In questo senso il gioco del leader del PDL è stato machiavellicamente chiaro fin dall’inizio: voleva fronteggiare direttamente Travaglio da lui definito il “genio del male” e visto come uno dei fomentatori dei suo originari dissapori con il grande Indro Montanelli. In realtà, in questa fatidica occasione, sia nel suo primo intervento, ma finanche nel secondo, il giornalista de “Il Fatto” non ha detto nulla di cui non avesse già detto a proposito del nostro “eroe”, salvo rimarcare che dopo anni spesi a desiderare di intervistare cotanto-ospite adesso si era ritrovato a non sapere più cosa chiedergli; e salvo rimarcare che, forse, tutto ciò che avrebbe voluto chiedergli era che rendesse conto di quello che – in venti anni di governo del Paese – NON aveva fatto e NON aveva detto per rendere l’Italia una nazione migliore. Ma l’inusuale cavalleria travaglica non è stata ben ripagata dal suo “core-business” (così Berlusconi ha definito se-stesso commentando caustico sulle decine di libri scritti da Travaglio e dove lui, il Silvio, vi compare come usuale-protagonista!); così, dopo una serrata confutazione di tutti i punti presentati dal giornalista, l’ex-Premier ha calato il suo asso pigliatutto: una lettera scritta dai suoi collaboratori, indirizzata a Travaglio e contenente il dettaglio di tutti i processi e le cause per diffamazione che lo riguardavano!
La pseudo-rissa Santoro-Berlusconi. “Apriti cielo: il mondo alla rovescia!” deve aver pensato Santoro! Così, mentre Berlusconi leggeva con concentrata pignoleria ogni “capo d’accusa” contro Travaglio e faceva punto di non fermarsi… il conduttore diventava sempre più nervoso, una parola tira l’altra ed ecco… la rissa. Quanto voluta, quanto intesa, quanto sentita sia stata – soprattutto da parte del Michele nazionale – non è dato sapere, anche perché tra i due litiganti il più calmo sembrava senz’altro un Travaglio pallido ma determinato a spiegare la differenza tra processi e cause civili. A spiegare che, a volte, per un giornalista una denuncia per diffamazione è una sorta di punto d’onore…. Mah: se lo dice lui!!!
La caduta di stile di Berlusconi e la chiusura. La caduta di stile si è avuta quando – terminata la sua prodigiosa trasformazione da politico guardingo in capocomico da avanspettacolo – Berlusconi è tornato verso la sua sedia, appena liberata da Travaglio, e prima di sedervisi ne ha platealmente pulito il fondo con un fazzoletto! La vera chiusura della puntata (mi perdonerà il bravissimo Vauro!), si è invece avuta quando lo stesso ringalluzzito ospite ha lasciato lo studio vantandosi di avere sburgiardato i bookmakers inglesi che avevano favorito un suo “abbandono” del programma e ad un tempo racommandando ai ragazzi che lo circondavano: “Non fatevi infinocchiare!”. Tutto sommato uno a uno!
Servizio Pubblico dell’altro mondo: again!
Immagini nell’articolo screenshots dal programma Servizio Pubblico online.
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