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Servizio Pubblico “renziano” e “cittadino”: dalle confessioni di Stefano Fassina “costretto” dal PD ad occupare la poltrona di viceministro ai “dubbi” su Giovanni Toti Segretario. E altre facezie grilline.

Creato il 24 gennaio 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

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ospiti puntatadi Rina Brundu. “Renziano glielo dice a sua sorella, mi scusi Fassina, abbia pazienza” così rispose Marco Travaglio all’esponente PD mentre quest’ultimo terminava la lunga filippica con la quale – tra le altre cose – aveva accusato il giornalista de “Il Fatto” di essere un “intellettuale organico al renzismo”. Ma in realtà non è stata questa la boutade più gustosa dell’ex viceministro dell’Economia e delle Finanze del primo governo Letta (Enrico Letta); la sua miglior “sparata” è stata senz’altro quando ha detto che la poltrona testé menzionata l’ha occupata su richiesta del Partito. Insomma, lui, in quanto uomo di Partito, non poteva non obbedire: un martire, praticamente!

Come si evince, è stato un salotto ridanciano quello dell’ultima puntata di Servizio Pubblico, con un Santoro talmente soddisfatto della sua creatura da non esitare ad autocongratularsi: “Davvero interessante questa discussione”. La discussione – animata da un Travaglio meno pungente del solito, un Feltri sempre acuto, divertito e divertente, un Mentana che io non l’ho ancora capito e non lo capirò mai nella sua filosofia portante (ce l’ha?), un Alfio Marchini imprenditore dall’accento troppo chic per essere davvero credibile in questi tempi di vacche magre – verteva (di nuovo) sull’incredibile affaire Berlusconi-Renzi che a questo punto appare più juicy di quello tra Hollande e le sue numerose prime donne di Francia.

Il problema di Santoro è però dato dal fatto che il suo programma arriva di giovedì, ovvero quando gli avvenimenti politici del fine settimana sono stati studiati, scandagliati, raccontati da tutte le trasmissioni possibili e immaginabili, incluso Carosello reloaded. Di fatto, l’unico momento “juicy” (politicamente, s’intende!), è stata la frecciatina del Circolo di Scipioni giornalisti colà radunatosi contro il collega Giovanni Toti, futuro, probabile, possibile numero 2 di Forza Italia. Secondo costoro Toti non ha il “quid” necessario per fare una differenza, o almeno questo è stato il mio intendimento. Mi stupisce invece come non abbiano fatto notare l’implicito conflitto-di-interessi tra l’attuale mestiere di giornalista di Toti e quello futuro di politico tout-court: la coda di paglia? Il dubbio mi assilla.

La ciliegina sulla torta della puntata è stata però l’intervento del cittadino Alessandro Di Battista. Santoro non stava più nella pelle: finalmente un primo rappresentante grillino interveniva nel suo programma e pazienza se ormai sono diventati ospiti fissi di “Porta a Porta” e danno soltanto del “voi” al Cardinal Vesponi. Dal canto suo, Di Battista, in collegamento esterno, ha tenuto a precisare che lui e i suoi colleghi non amano intervenire nei “talk” che somigliano ai “pollai”, ma che era felice di essere lì, presente, in codella occasione. Per inciso, il “codella” è mio. È già perché con una tale precisazione molto patronizing il Di Battista si è subito alienato tutta l’empatia che era riuscito ad ottenere quando aveva precisato che per l’M5S la via dell’intransigenza era l’unica strada possibile da percorrere. Se mancasse l’intransigenza sarebbero infatti costretti a sporcarsi troppo le mani, a diventare come “loro”, l’esperienza politica della Lega docet!

Ripeto: una grande verità quella di Di Battista ma non vendibile o smerciabile a tutti se fatta “trapelare” con lo stile patronizing di cui sopra e che lui sembra prediligere. Lo stesso dicasi dell’”ebetino” con cui Grillo liquida Renzi: verba volant dicevano gli antichi romani, ma è anche vero che mentre si librano per l’aria quelle parole possono offrire spettacoli diversi. E dicono tanto di noi.

Per quanto possa sembrare strano infatti preferirei vivere tutta la vita in un Paese di delinquenti possibili e probabili (sicuri?), piuttosto che di anime pie (e giustiziere) anelanti e certe.  Am i not being politically correct? Then, shoot me!

Featured image, gli ospiti di Servizio Pubblico.

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