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Puntata che si è aperta con una nota di ottimismo, per strappare una risata nonostante lo spread e nonostante lo strano furto dei ripetitori in Lombardia.
Nonostante B. ancora non si sia dimesso, la puntata si è aperta con la canzone di Cochi e Renato "e la vita la vita", e poi conlo show di Benigni a Bruxelles
"Mi è venuto addosso una persona in Italia che ha deciso di fare un passo indietro. Mi avevano detto di stare tranquillo, non si muove, non lo fa...". Risate da pèarte degli europarlamentari.
E poi una sua lode all'Italia : "Non vedo l'ora di tornare nel mio Paese, che è il Paese della resurrezione, del miracolo permanente. E' un momento straordinario per l'Italia perché la speranza si manifesta nella disperazione compiuta, ma è un Paese sanissimo, meravigliosamente sano, quante ne abbiamo passate".
Speranza che si incarnerà in un nuovo governo, di super Mario Monti?
Prima di parlare di crisi del lavoro e del nuovo governo, la balla della settimana: la riballa, partita dal tweet di Bechis che annunciava le dimissioni di B.
Voci che arrivavano da una telefonata: di chi la voce? Di Crosetto ("quella testa di c..."), che prima ha smentito poi ha ammesso. Ma non ho nulla da scusarmi.
E sullo sconquasso in borsa, indagherà Vegas, presidente authority nonchè sottosegretario.
La questione lavoro nel nordest.
Da quante puntate si parla della questione lavoro, prima ad Annozero (ma anche Presadiretta se ne è occupato)?
Ieri sera, a contrasto delle parole di B. ("ristoranti pieni, aerei pieni..") la testimonianza degli ex lavoratori del nordest: Montedison, Petrolchimico di Venezia, la Raffineria di Venezia, la Vynils (e le promesse del ministro dello sviluppo non mantenute), Fincantieri (50% di operai in cassa integrazione, con una paga di 3 euro netti al giorno, e troppi lavoratori un subappalto) e Alenia areonautica (attività trasferite a Napoli, con chiusura dei posti di lavoro nel nordest).
Cosa succederà nei prossimi mesi? Una guerra tra lavoratori, una guerra tra poveri?
Come dice il presidente del consiglio (o ex) "l'Italia non sente la crisi secondo la rappresentazione dei giornali". C'è un impoverimento? E' tutta colpa dell'euro e dell'aumento dei prezzi .. Non di chi non ha controllato in quegli anni.
L'intervista di Gianfranco Fini:
"La situazione finanziaria, economica e quindi sociale è pesante: l'Italia è di fronte ad una situazione pericolosa", l'inizio del presidente della Camera.
E sul futuro di questo governo: «Sabato probabilmente il presidente del consiglio va al Colle e si dimette, poi partono le consultazioni e avremo un nuovo presidente del Consiglio incaricato, è un fatto positivo».
Il futuro è un governo tecnico di Mario monti?
«Il governo Monti nasce solo se Berlusconi si prende la responsabilità di dire sì a un governo di larghe intese - altrimenti dice Fini -sarebbe un governo del ribaltone».
«Berlusconi - ha aggiunto - ha la responsabilità di dire 'facciamo fronte comune'».
La domanda sulla fine del berlusconismo:
«È finito il berlusconismo?», gli chiede Santoro. «Intanto è finito il governo Berlusconi, accontentiamoci».
Fini auspica un governo snello di 12 ministri, non scelti dai partiti con la solita logica della lottizzazione, ma persone scelte anche fuori dal parlamento.
Il governo dovrebbe avere pochi punti chiave, da realizzare: il lavoro, la ripresa dell'economia, e i sacrifici li devono fare quelli che possono, in modo equo e giusto. Una delle proposte del presidente è appunto la patromoniale, chiesta anche da confindustria (con soglie diverse da quelle proposte da altri).
«Il mio auspicio è che si faccia una lista scarna, di dodici ministri, e un programma che non sia il libro dei sogni perchè le ultime vicende ci hanno insegnato che arriva la scopa nuova che scopa meglio ma poi i problemi restano irrisolti».
«Pochi punti del programma - ha insistito il presidente della Camera - e la convergenza inedita delle forze parlamentari».
Perchè non andare ad elezioni subito, come chiede l'ex compagno (o collega La Russa)?
«Andare alle elezioni con l'attuale legge elettorale significa «rischiare una autentica follia». Per il presidente della Camera, «al 99% questa legge non consentirà di avere una maggioranza al Senato»
Il confronto Feltri Travaglio
Alla domanda sulla fine del governo Berlusconi (e del berlusconismo) i due giornalisti hanno dato risposte parzialmente sovrapponibili.
Per Feltri tutto parte dalla crisi internazionale, dall'uscita di Fini e dalle ultime uscite della maggioranza (favorite dalla "boccuccia" di Pomicino).
Ma non siamo alla fine della crisi: sarà difficile creare una nuova maggioranza di larghe intese, nonostante la spaccatura nel pdl. Attenzione, avvisa Feltri, nulla è scontato per un governo Monti.
Travaglio ha puntato il dito, invece, sulle promesse non mantenute dal governo. La riforma liberale, ad esempio: oggi B. si presenterebbe davanti gli elettori a mani vuote, perchè si è solo preoccupato dei suoi affari. Non ha fatto niente per il paese nè per la crisi: le uniche leggi per gli altri quella contro il fumo, la patente a punto e la legge contro lo stalking.
E oggi, dall'alto ci viene imposto una persona come Mario Monti, ex commissario UE, professore della Bocconi, ex presidente dell'Antitrust. Ma anche, come ha ricordato Claudio Messora, membro della Trilateral e del gruppo Bilderberg ed è un ex Goldman Sachs.
E forse ha anche ragione B. quando si lamenta dei poteri forti.
Di fronte a situazioni di emergenza, si dice che la politica deve dare risposte in modo non tradizionale: ma almeno, come cittadini, dovremmo poter chiedere che chi ci ha portati all'emergenza si faccia da parte e chi è chiamato, fuori dalle regole ordinarie, a governare questa crisi, che attui strumenti diversi da quelli finora adoperati.
Si parlerà finalmente di lotta alla casta e all'evasione?
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