Sono migliaia le persone che in queste settimane stanno entrando in Tchad per sfuggire alle violenze del conflitto in Libia.
Ne dà notizia l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM).
Molti sono cittadini ciadiani che hanno deciso di rientrare.
Ci sono però anche altri migranti di diverse nazionalità.
I ciadiani finora rientrati sono circa 60mila.Di questi 25mila lo hanno fatto in aereo, il resto per via terrestre.
Le principali problematiche che questi ultimi si sono trovati ad affrontare sono state e sono, per chi dovesse fare lo stesso percorso, l'insufficienza di generi alimentari di prima necessità e di acqua,la mancanza di assistenza sanitaria.
Si tratta, infatti, di viaggi molto lunghi ed estenuanti, specie per gli anziani, le donne e i bambini.
In realtà chi non è del Tchad e raggiunge questo Paese fugge dalla guerra.
Le temperature molto alte nei tratti di deserto sono allucinanti.
Non è raro che i profughi si ammalino o addirittura alcuni non riescano a sopravvivere.
Insomma l'eterna "via crucis" del migrante, che va alla ricerca di dignità e pace.
Le scene che si possono osservare alla frontiera sono da esodo biblico ma,quasi sempre, con connotazioni drammatiche.
I punti d'entrata per i migranti sono le cittadine di Zouarké, Faya, Kalayit, Kanem,Bahr el Gahazal e Mourdia.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)