Fioccano sul web le condanne a Grillo e al M5S per gli insulti sessisti rivolti alla presidente Boldrini, e la gravità di questi comportamenti viene giudicata superiore a qualsiasi altra cosa.
Personalmente — e da non-grillina — non sono affatto d’accordo con questa lettura dei fatti.
Che la nostra società sia orientata in senso patriarcale non è una novità e soprattutto non dipende da una connotazione ideologica di “destra” o di “sinistra”: il discorso è troppo lungo e passabilmente complesso per essere affrontato in questa sede. Pertanto scandalizzarsi per quanto avvenuto in questi giorni, a fronte di innumerevoli analoghi episodi il cui nome è legione, mi sembra nel migliore dei casi miope, e nel peggiore strumentale.
I papaveri, si sa, son alti alti alti: le parole offensive rivolte in quest’occasione a Laura Boldrini fanno assai più rumore delle parole assolutamente simili rivolte quotidianamente a migliaia di donne oscure — quante volte gli automobilisti maschi gratificano di “zoccola”, “puttana”, “troia” o peggio (!!!) l’automobilista femmina o il pedone femmina che non si dislocano con sufficiente sollecitudine? E quante volte nella pausa caffè questi epiteti vengono disinvoltamente appiccicati alla collega, alla “capa” o alla sottoposta? Volete veramente farmi credere, o voi paladini del politically correct, che accorrete su di un bianco destriero ogniqualvolta si verifichino tali deplorevoli eventi per abbattere il brando della vostra giustizia egualitaria sull’esecrando villano? Ma dài.
Chi mi conosce sa cosa penso di Forza Italia, del Pdl, di Berlusconi, del berlusconismo e del centro-destra — lo dico forte e lo scrivo chiaro da molti, molti anni. Ebbene, io non ricordo di aver mai udito una sola voce levarsi a protestare per analoghi comportamenti nei confronti della parte femminile di quegli schieramenti.
È chiaro che qui c’è sotto qualcosa che va ben oltre la caduta di stile o la cultura sessista: à la guerre comme à la guerre, insomma, tanto più che Laura Boldrini (come altri personaggi di questo sgoverno) non è innocente. E non credo di dover essere io a ricordare che la prima, elementare regola di attacco al nemico passa per la sua svalorizzazione ontologica ed etica. Mi spingo oltre: vedo un dito che indica la luna, e vedo un sacco di gente che guarda il dito. È più chiaro, così?
P.S.: Nel corso degli anni mi sono sentita dare della “troia fascista” e della “puttana antifascista”: me la concedete, un po’ di solidarietà?