Non ci sono orari. Sono le cinque, le sei, le sette del mattino, tutte le mattine, sono giorni di piu giorni, giorni che non iniziano e non finisco, giorni e notti che si rincorrono. Sono salette piene di fumo, piene di bottiglie di birra vuote, affilate, ammucchiate, sfrattate sul pavimento, lercio, appiccicoso, scuro. Sono divani sfondati, di pelle consumata, macchiati di sperma, di pizza, di cioccolata, bucati dalle sigarette e dalle canne. Sono scatole di uova appiccicate alle pareti, moquette, spugne, polistirolo, poster, manifesti, indiani, fotografie. Posaceneri e pezzi di carta ovunque, appunti, accordi, rime, parole, date e numeri di telefono. È buio, è nebbia densa. È odore di erba, di benzina, di vomito, di incenso. È puzza di sigaretta. Cavi, microfoni, jack, dischi, giradischi, cd, libretti, giornali, tabacco. Jeans strappati, magliette consumate, camicie a fiori, capelli lunghi, barba lunga, fasce, foulard, collane, piedi nudi e tatuaggi di gruppo. Non ci sono regole, solo amici, fratelli. È sempre notte. Sono club, locali, circoli, piazze, parchi, spiagge. È gente, tanta gente, che balla, che applaude, che scatta foto, che ride, che urla, che si masturba, che salta, che si spinge, che si ubriaca, che si struscia, che vomita, che scopa nel bagno. La testa su e giù, in trans, come un metronomo, a occhi chiusi, a occhi aperti, i piedi che battono a ritmo di musica, i pensieri erotici, le pomiciate al buio. Passamano di birre, sudate, ghiacciate, desiderate. Colli di bottiglia ingoiati, leccati, condivisi. Odore di sudore, puzza di sudore, ormoni impazziti, fighe bagnate e cazzi tirati. Labbra umide. Lingue spugnose. Sete. È musica, corde che tirano, bacchette che battono, tastiere che urlano. È un viaggio nel suono, è psichedelico è come droga. Ti prende, ti porta in alto e poi ti sbatte a terra. Stai bene, ma appena finisce stai male, il silenzio dopo, fa male, e si ricomincia a suonare, sempre piu forte, fino a far sanguinare le mani, fino a trasferirti con il cervello in un altro mondo, fino a spezzare le bacchette, fino a sfondare la grancassa, fino a consumare i tasti, fino a far saltare le corde. Fino a godere con tutto il corpo. E’ sesso, nel furgone, sulle scale, dietro al bancone, sudore contro sudore, capelli mischiati a capelli, lingue che lottano, mani che si cercano, corpi che si fondono. È droga, per riprendersi, per festeggiare, per riunirsi, per continuare a viaggiare. È rock, è duro, graffia, ti sfonda lo stomaco, ti violenta l’anima, ti stringe la gola, ti prende e non ti lascia più.
Song: Led zeppeling - Moby Dick