Pine Cove è la classica cittadina per bene, fatta di qualche leggero imprevisto, di una pace costituita dai volti familiari e dalle loro eccentricità, dove il buon agente (eletto grazie all’appoggio non disinteressato dello sceriffo Burton) Theo Crowe vive la sua lenta vita, scandita da grosse dose di Marijuana.
La prima pietra a muoversi sotto i suoi piedi di argilla è la morte per suicidio di una donna in cura dalla dottoressa Val, che mantiene fede al giuramento di Ippocrate con larghe dosi di medicinali. Quando Theo si ritrova a “indagare”, parola grossa per uno nella sua posizione e nelle sue condizioni, incappa nella dottoressa, dicendole che la recente morte sarebbe da attribuire alla depressione a all’uso di medicinali per curarla.
A questo punto la psicologa colta da un rimorso di coscienza decide di eliminare dalle sue terapie antidepressivi et similia, per poter ricominciare a sostenere i suoi pazienti con la dovuta e necessaria attenzione.
La seconda pietra a smottare sotto i piedi di Theo è l’esplosione di una cisterna di benzina in una notte di delirio e la scomparsa di varie persone di ogni età e ceto sociale a Pine Cove. Insomma cosa succede? E soprattutto perché non riesce a fumare da giorni?
Nel frattempo Gabe, il biologo del posto, nota che nella notte dell’esplosione i suoi topi mappati grazie a dei microchip sono impazziti e scappati nell’entroterra e comincia un’estenuante studio sul campo per cavare un ragno dal buco. In tutto questo trambusto, perché non c’è due senza tre, tutti i cittadini sembrano colti da un eccesso di erotismo, da un’attività libidinosa fuori dal comune, che li travolge in ogni senso dalla notte dell’incidente.
A questo punto bisogna capirci qualcosa ed essere lucidi e analitici: chi c’è dietro le scomparse? Cosa sta accadendo alla popolazione? Perché la pazza della comunità, ed ex attrice di action movie di serie Z, va in giro vestita come il personaggio che interpretava al tempo? Cos’è questa storia di un mostro uscito dal bayoun che circola a causa del nuovo bluesman della Lumaca? E il mostro marino sputato fuori dal mare cosa diavolo vuole in questa rocambola?
Christopher Moore omaggia Godzilla, Dagon e Lovecraft, i grandi Bluesman, la low fiction post apocalittica e un miliardo di altre cose che si potrebbe notare solo dopo la quinta lettura, in un romanzo che è una corsa a perdifiato nel divertissement letterario più puro.
Buona scelta!
IBD