Insomma, cosa c’è di meglio che una bella serata con qualche divertente donzella per poi trovarsi un arbitro quanto meno più accomodante? Le partite, e le circostanze precise nelle quali la terna avrebbe arbitrato in modo pilotato in realtà non sono state rese note. Di certo però, pare ci siano testimonianze per cui all’interno della competizione asiatica qualche federazione pare sia stata beccata con le mani nel sacco. La storia ricorda un po’ quella del Torino dei primi anni ’90.
Nel 1993 la Procura indaga sui fondi neri della società granata e scopre un conto segreto (“Mundial”) per pagare i fuoribusta a giocatori, dirigenti e procuratori, ma anche le “pubbliche relazioni-accompagnatrici”. Decine di milioni di lire per accogliere le terne arbitrali internazionali con gioielli, orologi, abiti firmati e ragazze-squillo. Nel diario di Matta, direttore contabile del club del duo Borsano-Moggi, gli inquirenti trovarono il nome di una certa Adriana che voleva 6 milioni e 300 mila lire per aver intrattenuto la terna di Torino-Aek Atene, valida per la Coppa Uefa ’91-’92. Alla fine la colpevolezza dei dirigenti granata non fu mai provata. Ce la faranno gli asiatici? Certo il modo di corrompere gli arbitri risulta quanto mai plausibile e convincente.