Nell’uovo di Pasqua, per alcuni dei familiari delle 309 vittime del sisma del 6 aprile 2009 a L’Aquila, c’è la sorpresa di una raccomandata… Una lettera del capo del dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, ex prefetto del capoluogo d’Abruzzo, che chiede "la restituzione" delle somme delle provvisionali elargite negli anni scorsi. Anzi, Gabrielli non chiede, ammonisce… Ha spedito un "atto di messa in mora e intimazione di pagamento".
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Dopo l'assoluzione in secondo grado della Commissione Grandi Rischi, la Protezione Civile rivuole indietro e subito, i soldi dei risarcimenti dati ai parenti dei morti dopo la condanna, il 22 ottobre 2012, dei sette componenti della commissione Grandi Rischi, organo scientifico divulgativo della Presidenza del Consiglio. Si tratta di risarcimenti immediatamente esecutivi, liquidati «entro 90 giorni a prescindere dalle eventuali e future cause civili», che furono decisi dal giudice del Tribunale dell’Aquila, Marco Billi, dopo la sentenza di colpevolezza. I membri della Grandi Rischi, infatti, in primo grado, ebbero 6 anni di carcere ciascuno per omicidio e lesioni colpose. Imputati Franco Barberi, allora presidente vicario della commissione; Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile; Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia; Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti; Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case; Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile.
L’accusa era di aver rassicurato la popolazione, dopo la riunione del 31 marzo 2009 a L’Aquila, cinque giorni prima della catastrofe e dei lutti, sottolineando che non c’erano pericoli, e per aver sottovalutato il rischio di un grave terremoto.
Tutti colpevoli e lo Stato ha pagato. Ma il 10 novembre scorso, in appello, 6 dei luminari alla sbarra sono stati assolti, dal collegio presieduto dal giudice Fabrizia Francabandiera.
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E qui c'è la storia di Tonino, un aquilano che nel terremoto del 6 Aprile 2009 ha perso due figlie, la casa e il lavoro e dopo sei anni ancora non è riuscito a ricostruire la sua vita e a cui è stato ordinato di restituire 30.000 € più gli interessi, la somma che il tribunale aveva considerato giusta per ricompensarlo della perdita di due figlie.
http://www.lastampa.it/2015/04/04/blogs/diritto-di-cronaca/laquila-lultima-beffa-i-terremotati-devono-restituire-il-risarcimento-laquila-terremoto-seiannidopo-aprile-dKSRKg75dJ6lPF486BQWSN/pagina.html