Magazine Diario personale

Sette anni

Da Pim

Sette anniOgni giorno così. Risalgo Park Line a piedi passando per Hyde Corner, la seggiola a tracolla, incurante del tempo e degli impegni. Costeggio i giardini e i parchi gioco, lasciando sulla sinistra la traversa di Serpentine Road. Se la temperatura è mite mi fermo ad un chiosco per un tè, altrimenti proseguo di buon passo verso Marble Arch. Lessi da qualche parte che in questo luogo detto Tyburn si tenevano le pubbliche esecuzioni - una specie di Rondò della Forca -, quindi fu sede di grandi manifestazioni popolari nel XIX secolo. Ora lo chiamano Speakers’ Corner, il palcoscenico ideale per oratori improvvisati come me.

È qui che vengo idealmente da sette anni, qui che mi levo in piedi sulla seggiola e do voce ai miei risvolti. Certo, sono passati quei tempi in cui si radunava una folla anonima sorprendentemente vasta, dovevo tuttavia immaginare che non si può restare troppo a lungo ospiti di Kensington Palace. Poco importa però se adesso i frequentatori oltrepassano distratti o visibilmente indaffarati. Contano i visi diventati riconoscibili e i sorrisi che si aprono ormai familiari, un po’ complici e un po’ indulgenti. Salendo e scendendo da questa seggiola ho capito che la vita non è fatta soltanto di parole ma soprattutto di sguardi, di vicinanze, di emozioni. Cioè di qualcosa che non so dire a voi e quasi neppure a me stesso. Qualcosa di segreto da cui giunge un’impressione piacevole di calore, un profumo di casa, di pane imburrato, di viole e molto altro ancora.

Pim


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