Secondo molti blogger di lungo corso che questa stagione 2011/2012 (iniziata lo scorso settembre e in fase di conclusione) è stata caratterizzata da un’imbarbarimento delle discussioni sulla blogosfera, complice la violazione ripetuta e sistematica della cara vecchia netiquette. Ma non solo: gli articoli di approfondimento, le recensioni e i post “tecnici” lasciano sempre più spazio alle polemiche costruite a tavolino o, peggio ancora (almeno per la vedo io) a una serie di articoli insulsi, buttati lì solo per accumulare chiavi di ricerca. Pur ammettendo che non c’è nulla di male spaziare in argomenti leggeri o leggerissimi, cosa che capita spesso anche a me, comincio a trovare irritante la mancanza di spessore perpetrata per settimane o mesi, da parte di blog che una volta seguivo con grande interesse.
Imbarbarimento? Impoverimento? Senz’altro un mix di tutto ciò.
Il post di oggi si propone, senza particolari intenti polemici e/o riferimenti specifici al mondo della scrittura, di analizzare i sette problemi più immediati che balzano all’occhio nella mia nuotata quotidiana nella blogosfera italiana.
Come ho detto questo è un articolo senza grandi pretese, di semplice confronto. Al solito ogni commento offensivo o papabile di accendere degli inutili flame verrà cancellato senza preavviso.
SETTE COSE SGRADEVOLI DELLA BLOGOSFERA ITALIANA
7. Rincorsa frenetica alla visibilità. Che da una parte ci sta tutta (nessuno -o quasi- apre un blog per non essere letto). Tuttavia la dipendenza da numeri, statistiche e contatori porta a una gestione troppo aggressiva e confusionaria del blog. Cosa di cui riparlerò lunedì, spendendo due parole a proposito dei miei ebook.
6. Commentare sempre e comunque. Ma come, i commenti non sono sempre graditi? In linea di massima sì. Però in alcuni casi il lettore di turno potrebbe evitare di rincorre l’inutile polemica solo per fare precisazioni fin troppo soggettive. Che poi sono anche quelle meno utili. Esempio: se in un post scrivo “mi piace il cioccolato fondente”, oramai troverò quasi certamente due/tre commentatori pronti a dar battaglia per dire che, no, è meglio quello bianco, oppure che il cioccolato fa male. Ora, capisco confrontarsi su un libro o su un film, ma qui siamo ai livelli di mini-flame su ogni affermazione, anche la più innocua.
5. La sfida a colpi di post. Sì, c’è anche questa pratica stucchevole. Io scrivo una recensione positiva di un film e sei ore dopo trovo un blog che ne scrive una negativa dello stesso film. Fin qui niente male, se non che il blogger B fa ampi riferimenti (più o meno espliciti) per dimostrare che sono io, che ho parlato bene di quella pellicola, a essere scemo, e non che può esserci semplicemente una visione differente delle cose.
4. Anonimi. Trovo i commentatori anonimi fastidiosi al limite del ban immediato, anche per correttezza nei confronti di chi ci mette il nome o almeno un nickname. Che poi il presunto anonimato è del tutto fittizio su piattaforme come WordPress, che riportano i dati di riferimento di ogni singolo commento. Inoltre nel 90% dei casi gli anonimi sono tali solo perché vogliono insultare.
3. Polemiche costruite a tavolino. Procurano un gran traffico di visitatori, inutile nasconderlo. Perché certi post replicano il meccanismo delle arene gladiatorie, come sostiene un mio amico. Attenzione! Non c’è l’ho con gli articoli polemici spontanei, che posso non condividere fin dalla prima parola, ma a cui riconosco il senso di esistere, bensì mi riferisco a quelle stucchevoli bordate tirate giusto per far casino. Vale per molteplici tematiche, dalla politica allo sport, dai film ai libri etc etc.
2. Mancanza di contenuti. Come accennavo poco fa, ciò che mi urta è vedere certi blog che sfornano articoli a ripetizione, senza mai metterci qualcosa di originale o un minimo spunto degno di questo nome. I post di cazzeggio e di alleggerimento sono sacrosanti e gradevolissimi. Ben diverso è seguire blog un tempo seri o seriosi che poi vanno avanti per mesi con articoli vuoti e insensati, nonché spesso scritti da cani. In caso di crisi creativa non sarebbe meglio ridurre il numero di post settimanali ma mantenere una certa qualità?
1. Aggressività. Diciamo che è un’aggravante del punto n°6. C’è molta aggressività nell’aria, poca umiltà, pochissimo autocontrollo. Dove per autocontrollo intendo dire anche la capacità di non commentare un articolo solo per offenderne l’autore, o cosucce del genere. C’è aggressività perfino in un uso smodato del sarcasmo, che funziona solo se ben dosato. C’è aggressività nel dileggio pubblico sui social network, quando invece a volte basterebbe discutere in maniera più fredda e civile. Insomma, tira una brutta aria, e con l’estate la situazione peggiora.
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