Il primo Tag in cui mi cimento nel 2016 Ringrazio la carissima Dora per avermi nominata (parecchio tempo fa, ma questo particolare possiamo tralasciarlo )
Regole:
- Inserire il logo del TAG
- Ringraziare chi ti ha nominato
- Nominare altri 15 blog
- Condividere SETTE cose che ti rappresentano
uhm sette cose che facciano la differenza e siano propriamente mie…
- I capelli rossi – da piccola era una situazione anormalissima, non si usciva semplicemente dalla banalità ad averceli rossi, erano un marchio che ti rendeva riconoscibile da lontano.
bloody ivy a 5 mesi
Unica fra i coetanei, e così se i grandi (maestre, professori, bidelli, zie, zii, amiche dei genitori, dottori, infermieri, bibliotecari, insegnanti di varie discipline sportive…) chiamavano gli altri per nome o, all’abbisogna di formalità per nome e cognome, io ero conosciuta da tutti semplicemente come “la bambina con i capelli rossi” (periodo elementari), “la ragazzina con i capelli rossi” (periodo scuola media), “la rossa” (periodo liceo).
I compagni in realtà mi chiamavano in modi più coloriti, “Pippi Calzelunghe“, nei periodi in cui si studiava il Verga c’era immancabile soprannome colto di “rosso malpelo” e, al mio passaggio le galline più odiosette intonavano sghignazzando la sigla di “Anna dai capelli rossi“… Quando per artistica c’era da disegnare qualche strega, prima di consegnare il loro capolavoro i compagni venivano a mostrarmelo con malgarbo: “Hai visto? Le ho fatto i capelli rossi“.
Mi piaceva la cosa, molto! Fra le righe sentivo rispetto (tutte le streghe sono da temere e hanno i capelli rossi, quella bambina ha i capelli rossi quindi…), ammirazione (per loro ero Pippi Calzelunghe, una bimba tosta, indipendente, addirittura più intelligente dei grandi) e invidia, perché quelle gallinelle comunque Anna dai capelli rossi se la guardavano fin ad impararne a memoria la sigla per potermela cantare e, diciamo… anche se somigliavo ad Anna dai capelli rossi, dov’era il problema? (le stesse “coriste”, appena arrivate all’età in cui i genitori glielo permisero si tinsero i capelli di rosso).
Qualche tempo fa ero fuori a bere qualcosa, con quello che all’epoca era il ragazzino che mi piaceva (vedi qui il primo incontro descritto dalla mia migliore amica di allora, anzi di come io glielo descrivo a lei), sempre carino ma vanitosone: lo era, lo è e così ci morirà per finire nel girone dei narcisi. Mi aveva portato in regalo un paio di foto sue (non scattate da lui, ma dove lui appariva sorridente negli scatti) e nel mentre si discorreva del più e del meno glielo ho chiesto, a bruciapelo, com’è che apprezzasse le avance e i complimenti i tutte le altre e invece da me sembrava scappasse. Risposta: “Varda, adeso me dispiasi, ma quella volta, ciò, te me sembravi tropo strana con quei cavei cusì rossi, e mi no gavevo mai visto nissun altro con quel color prima… e me spaventavo. ” (tradotto per il lettore italiano: “A ripensarci ora mi dispiace, ma allora sembravi troppo eccentrica con quei capelli rossi, non avevo mai visto nessuno così prima, e mi spaventavi). Sappiatelo, ora son apprezzati e di moda, ma ci sono stati momenti in cui i capelli rossi facevano pensare alle streghe e spaventavano i mocciosi, compreso quello che piaceva alla sottoscritta (che se l’è legata al dito, sennò non avrebbe riportato l’episodio anche su questo post). - Le unghie lunghe & affilate – è qualcosa che ho dai 13 anni a questa parte. Sono utilissime, specie al supermercato quando occorre fare presto per tagliare la confezione di 6 bottiglie di acqua per prenderne una, ci si passa in mezzo l’unghia e si taglia che è una meraviglia. (Ah, queste, che all’occorrenza, solo per legittima difesa, si intende, potrebbero servire per cavare i bulbi oculari a qualcuno, non hanno mai spaventato il moccioso del punto 1, il che conferma come fosse solo un pregiudizio verso le teste rosse).
- La caffeina come sostanza psicotropa.
Il caffè non è il piccolo gesto quotidiano del mattino, un rito di inizio giornata, bensì il mio disperato tentativo per rianimarmi il cervello facendolo uscire dallo stato comatoso. Da solo non ci riesce o almeno non all’ora in cui suona la sveglia, e se miracolosamente mi alzo resto nella mia versione zombie. Caffeina! Give me caffeine! Fra le sette cose il punto 3 è il farmaco salvavita. - Demonologia, é il mio hobby. Sono decisamente un misantropo convinto, trovo che l’umanità sia composta da gente egoista, imbecille (non per corredo cromosomico, non può essere che siamo fatti così male, ma per scelta), falsa, corrotta, ipocrita, eccetera, a parte qualche leggendaria (nel senso che se ne parla ma quasi nessuno l’ha incontrata e quindi chissà se sarà vero) persona illuminata. Però, dopo i giudizi negativi mi arrivano i sensi di colpa, mica starò disprezzando anche qualcuna di fantomatiche leggendarie persone ancora degne di essere chiamate umani? Coi demoni invece coi giudizi negativi posso andarci giù tranquilla e senza remore, che se li meritano tutti.
Me ne interesso a tutto tondo, demoni nelle varie culture, nelle varie epoche e nelle 3 grandi religioni (cristiana, ebraica, musulmana), leggo quei libri che andrebbero conservati “nell’armadietto dei veleni”, scritti dai fautori dello spiritismo così in voga nella seconda metà del 1800, e gli ultimi satanisti, luciferini…
“Cavoli, per forza che Lenticchia se la dava a gambe!” (Lenticchia è il soprannome del carino ma vanitosone del punto 1) Ma no, è una passione che ho maturato piano piano negli anni; all’epoca forse ero già un po’ gotica, come pensiero e carattere, ma tutto qua.
Senza che nessuno mi dia della eretica, mi lanci anatemi o mi condanni alla shari’ah, a grandi linee, in un mishmash di culture, i punti in comune sono: i demoni sono persone che si trovano in uno stato irrevocabile di fetentaggine. Lo hanno voluto loro, o meglio, il loro stato, se lo sono creato. Hanno dato origine, con una scelta ontologica irrevocabile, al Male che è l’assenza del Bene nella loro esistenza. Non potevano essere il Bene in modo totale ma solo venirne illuminati e seccati di questo, preferirono scegliere, con un atto di piena libertà, unico, responsabile e definitivo di farsi imprenditori in proprio e possedere in modo totale e che sia solo loro, qualcosa d’altro, il Male e quello diffondere per il mondo (il marchio di fabbrica).
Costantemente in opposizione (in concorrenza) al Bene, cercano di sovvertire l’intero creato. Il costo che hanno accettato di pagare, anzi che hanno voluto, è la perdita della dignità della loro persona; per questo il loro intento portato avanti in eterno è togliere la dignità alle persone che ancora non hanno scelto in modo definitivo, quelle dalla natura umana. Il male lo commettono consapevolmente, volontariamente, irrimediabilmente e lo vogliono con piena cognizione di causa, perché il funzionamento della loro intelligenza è integro, anche se l’uso volontario che ne fanno è sempre malvagio. La Tenebra è la loro falsa presunzione con l’impossibilità di comunicare e intendere tutto ciò che è detto al di fuori della falsità e non possiedono alcuna regola che loro stessi.
- Un’altra cosa che mi rappresenta è il mio divertimento nell’inventare ricette. Non a seguirle (non ci riesco, sul più bello mi arrivano idee diverse dalla ricetta originale e devo mettermi a seguirle… per forza!), proprio crearle ex novo. La mia fantasia singolare e la divina Provvidenza (nel senso che non ho mai spedito nessuno a farsi la lavanda gastrica) sono di grande aiuto nella preparazione.
E’ un modo per continuare a giocare anche da grandi .
Vorrei a questo proposito aggiungere un piccolo ma sentito “Bravissimi!!!” a tutti i food blogger che seguo. Spiegano con novizia di particolari le loro preparazioni, correlando il tutto con disegni, immagini, a volte video. Fanno un lavorone incredibile ad ogni post, ma alla fine i loro blog sono splendidi. - Beh allora, collegandomi al punto 5, apprezzo la piccantezza delle ricette che invento. Mi piace la sensazione che dà il mangiare piccante: paprika, peperoncino, tabasco, curry… Aggiungevo la paprika alle patatine fritte e alle arachidi prima che a qualcuno nel marketing venisse l’idea e le immettesse sul mercato già pronte. Comunque come piccantezza le mie continuano a non temere paragone.
- Ari & Tommy, assieme, anche perché sono come il pane e il burro. Leggo di tutto, Topolino compreso, ma trovo loro fra i più riposanti, mentalmente, anche perché la logica che addotta la gente che mi circonda (nonostante tenti di isolarmi) per portare avanti le sue convinzioni è una delle cose più sconcertanti che si possano sentire. Ah… intendo Aristotele e Tommaso d’Aquino. Ari a mio parere, che non sono così intelligente come sogno, non scrive limpido e chiaro (direi persino romanzato) come faceva il suo maestro, Platone, ma di contro c’è Tommy che lo spiega benissimo.
“Questa è una mela, chi non è d’accordo può andar via”. San Tommaso
Pare che iniziasse i suoi corsi universitari mostrando una mela agli studenti e dicendo così.Per Tommaso c’è solo Aristotele e si riferisce a lui chiamandolo il Filosofo, con la Effe maiuscola. Ari non è per niente “ormai superato”; di primo acchito forse sembra che spieghi il mondo solo tramite una sequenza di cause ed effetti, che si basi su una visione sequenziale degli accadimenti, ma invece, va ben oltre, molto oltre… e Tommy che faceva analisi e sintesi precisissime, lo ha spiegato benissimo.
Comunque, li ho aggiunti alle punto sette anche perché forse a qualcuno sarà sfuggito (capita) ma l’Unesco ha proclamato il 2016 Anno di Aristotele… in onore dei 2400 anni dalla nascita a Stagira di questo Sommo Filosofo che ha trasformato il pensiero occidentale (e che ora, per come siamo messi, si sta rivoltando nella tomba).
Le nomine, lo ripeto ogni volta, sono inviti a dei blogger nel caso volessero partecipare al gioco, ma soprattutto sono suggerimenti a tutti, di blog che magari non conoscete e potrebbero piacervi, tanto da iniziare a seguirli.
Per esempio questo è un blog nuovo nuovo nuovo, appena nato, ma di una persona fenomenale che seguo sul suo profilo fb
e poi: