La fila per il pane è lunga. Ci vorranno ore avere un po' di pane.Ore di fila. Ore di uomini e donne appoggiati ad un muro e che non si parlano, attenti soprattuttoa non essere superati e a superare. Quasi nessuno parla e parlare poi di che? La guerra ha cambiato i discorsi e nessuno vuole parlare di guerra. La guerra ha cambiato le parole, ne ha cancellato alcune e ne ha aggiunto altre,nuove, ma ci vuole tempo ad impararlee non sempreé piacevole. Altre parole sono solo cambiate, si sono arricchite di significati.Il muro su cui tutti, tranne i più paurosi, si appoggiano é semprestato parte di una casa,della mia casa, il riparo dei miei figli, ma ora é il posto dove sono stati ammazzati padre e figlio dai Tedeschi. Per la verità i Tedeschi volevano ammazzare solo il figlio. Era grande e grosso il figlio con due mani come badili e con un pugno aveva spaccato la faccia ad un SS troppo intraprendente con sua moglie che non era neanche particolarmente bella. Il padre, un sarto piccoletto e con i baffi ben curati, ha avuto la cattiva idea di mettersi tra le pallottole ed il figlio. Notoriamente le pallottole non distinguono i colpevoli dagli innocenti. La nuora del sarto con il suo bambino in braccio adesso è in fila con gli altri e ignora i buchi delle pallottole sul muro perché ore di fila stancano le gambe e la testa ed anche il dolore diventa abitudine e poi non fa più male. I maligni dicono che un soldato inglese pieno di lentiggini si è incaricato di curarle il dolore.Una terapia notturna dicono i maligni, come si usava fareprima della guerra e a volte anche durante. Un tempo, prima della guerra, tanto tempo fa, la notte ci trovava stanchi di ritorno dall’Arsenale o a far l’amore o a cantare sotto i balconi delle ragazze brune. Un giorno improvvisamente la notte é diventata coprifuoco e ha tolto il sonno e la voglia di fare l’amore.Poi è diventata fuoco e rovine quando gli aerei Spadefish hanno deciso di vomitare sulle nostrecase con la scusa di colpire le navi incatenate ai moli.Gli alleati erano i nemici semprein ascolto allora, ora sono gli amicia cui non importa niente di quello che diciamo. Tutto cambia tutto si muove e cambiamo anche noi che siamo in fila, i maligni e gli altri, fermi, appoggiati a questo muro tutti, tranne i più paurosi che hanno paura di essere sorpassati come quella ragazza con il bambino rasato per mano.
“ Mamma mi sono stancato....andiamoa casa”. Il bambino parla con la testa bassa e si pulisce la pianta dei piedi scalzi sfregandola contro l’altra gamba.La madre gli carezza la testa rasatadove qualche giorno prima c’erano i capelli neri come quelli di suo padre e lisci come i suoi.“No Lino, dobbiamo prendere il pane. Finiscila e stai buono se no lo dico a papà quando torna”“Uffà mà, voglio andare a giocare con Tanino”“Va be, va be va ma non ti fare male”La vecchia donna grassa vestita di nero le sorride: “Che ci vuoi fare figlia mia, so cosi i piccini”