Di DIEGO CONTICELLO
Diego Conticello
Allargare il salvabile
Sorge
col tepore
meridiano
quest’aria
odorata
di stallatico,
trema
i fogliami inermi,
sventra pagliericci,
soppesa
increspature
al ruscello,
poi si fa sottile,
culla i nervi
dell’ortica,
l’erbe lega a fili
di memorie
in freschi
svanenti abbandoni.
Lastre di pianto
Ondeggiano lastre
dello stretto
su un fondo mobile
di perenne
pianto,
come una macabra
giostra
sul nero
fondale delle cose.
Oramai abbiamo scavato
ma non si trova
il perno,
vi s’inceppa melma
sfrangiata
da queste correnti aberrate
che inghiottono
lo scanto
del varco
e ci abbuiano
gli occhi.
All’evidenza dei vinti
E lasciamolo perdere Mameli
il nostro inno lo suona il marranzano
isolana lamina percossa
da un inutile fiato di dolore.
(Bartolo Cattafi)
Inutile abbarricarsi
alla Storia,
rimostrare le carte
la briscola – a denari –
già scoperta…
scarsi ‘sti tri punti,
malipigghiati.
Al porto delle vite
puttarunu
motti di liber-azione,
manciaru cu ciauru
pisci stoccu e sticchiu,
staccu di capa
a ccu nun ci piacia.
N’arresta l’ultima risposta,
ridesti, lesto senza fanti
arripigghiarini,
dimostrare
per una volta
d’essere il vero nord-afroso
(industriarsi o perire)
senza cadere
in tentate azioni,
non farci i ponti oltre
lo stretto (indispensabile).
Guarda, Talìa la fece
chi tenne fertile la Terrona,
facendo le feci,
la feccia (tenaci tenenti
all’evidenza dei vinti
bisògnino dieci dì,
rossotinte
le mass(ahi)e
Brontolavano),
chi la terrà
o tenette le redini
a queste mari/o/nette
staccò l’arti
d’un assurdo teatrino…
nell’isola ch’ora cola
a pisci
sperando arrivi la nettezza
umana,
ca l’erba tinta
– purtroppo –
qui campa assai.
Matita
Ogni tanto
imprendo a fumarmi
la matita,
carbonato incanceroso,
graffio di grafite,
sferzante
verde senz’erba
(che non manda in fumo
il cervello)
chiodo per appuntare
l’attimo che preme,
cancellabilità,
mina del mondo.
*
Non credo alla misura
e all’abbocco finale che fa
vivo
il succo del mondo.
Sento nel colore
musicato,
in un suono
ingiallito
il volatile
essente delle cose.
La distruzione delle cose
a Fabio Pusterla
Riflessi,
nuovamente piegati
soggiogati buoi/bestie
alla morsa del tempo
al buio come morte.
La distruzione delle cose.
E i nomi lì a rifulgere,
rifiutare di piegarsi,
di nuovo fare luce.
Luce larvale
Guarda dilatarsi questa luce
- larvale convalescenza d’opale -
espansa piegatura inconsulta
sui polpacci ancora pulsanti,
schianto ventrale
di un tempo calmocaldo
che pare non trascorra
e ti fiacca le vene.
Arsa morsa ai polsi
farsi terra bruciata
nelle idee.
Sfiniti
Ci ammorbava il tempo
da abissi indefiniti,
per gettarci
da scarti del mondo
- ormai sfiniti -
sul sozzo
bancone della vita
a marcire esterrefatti
in attesa si sblocchi
la bieca quadriglia
delle corruttele,
lo spudorato
baratto sociale
(scontato a ribasso)
che prelude all’estremo
blocco atriale.
Nato a Catania nel 1984, vive tra il comasco e la sua Sicilia. È specializzato in Letteratura e filologia moderna all’Università di Padova con un repertorio di poeti siciliani tra cui Lucio Piccolo, Bartolo Cattafi, Melo Freni, Lucio Zinna, Nino De Vita e Angelo Scandurra (La curva mediterranea. Caratteri della poesia contemporanea in Sicilia), di prossima pubblicazione in volumi monografici presso La Vita Felice di Milano. Nel 2004 ha condotto degli studi, con metodo concordanziale, sulle edizioni de L’esequie della luna di Lucio Piccolo per la cattedra di Teoria della letteratura dell’Università di Catania. Fa parte del coordinamento tecnico del museo-laboratorio “Centro Lucio Piccolo di Calanovella” di Ficarra (Messina). Nel 2009 è uscito un suo saggio esegetico-biografico-figurativo intitolato Lucio Piccolo. Poesia per immagini “nel vento di Soave”, scritto a quattro mani con Franco Valenti e con una postfazione del maestro Silvio Ramat. Collabora, in qualità di editor, con La Vita Felice e la rivista di letteratura «QuiLibri». Suoi inediti, articoli e recensioni sono usciti su varie riviste fra le quali «Capoverso», «Incroci», «Arenaria», «QuiLibri», «Euterpe» e alcuni blog come «Imperfetta ellisse», «La dimora del tempo sospeso», «Poetarum Silva», «La poesia e lo spirito», «LaRecherche», «Tellusfolio», «PaginaTre», «Wordsocialforum» e altri. Ha redatto le schede relative a Lorenzo Calogero, Angelo Maria Ripellino, Lucio Zinna, Nino De Vita e Angelo Scandurra del Dizionario dei poeti 2013 diretto da Mario Fresa per la Società Dante Alighieri. Alcune sue poesie sono state tradotte in spagnolo da Pablo Lòpez Carbàllo per la rivista annuale di letteratura «Fragmenta II». Ha vinto alcuni premi di poesia inedita tra cui il “Roberto Bertelli” città di Pontedera e, più volte, il premio indetto dalla Fondazione Vitaliano Brancati di Catania. Barocco amorale è la sua prima opera poetica (edita da LietoColle nel 2010 con una prefazione di Silvio Ramat).