Avessi la forza di restare
nella parte buona del mese
non dileguare nella conca asciutta
dell’abitudine
venuta con la pelle
per l’inerzia infiacchita dei piani
dove disperdo le cose a cui tengo
liquide, dopo goccia dopo goccia.
Tenere ferma la mano, raccogliermi
come una cesta d’uva
finché non trovo la polpa scura
succosa, il cuore molle
di questo irrinunciabile vociare.