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Settembre, andiamo. E’ tempo di incubi.

Da Ladylindy

Settembre, andiamo. E’ tempo di incubi.

Dunque, tutto parte quando, nel buio, mi viene incontro la preside incappucciata come il massone di Guzzanti, che con voce cadaverica annuncia: “Quest’anno solo ore di matematica e palestra. Tutto il resto è bandito. E ci saranno verifiche ogni giorno! Muahahaha!!!”. A quel punto compare un immenso insetto che neanche Gregor Samsa, e intriso di cattiveria in ogni zampetta comicia a gridare tipo i venditori di pentole dei canali televisivi privati e sfigatissimi. Corsa, stretching, atletica leggera (che leggera lo è solo di nome). L’ho detto che l’insetto è a grandezza umana, e che mi insegna educazione fisica? Comunque, poi li voglio vedere i miei ad andare al colloquio con un tipo così.

Non è finita. Escono cloni della Ferracne dalle pareti. E io corro, corro, annaspo nell’aria perché intanto il coleottero continua a minacciarmi, e i minihamburger delle fèscion bloggherz (che nel frattempo sono arrivati pure loro) cominciano a ripetere formule, numeri, esercizi. Tirano fuori delle braccine fatte di bacon e mi iniziano a sbattere il Bergamini – Trifone di matematica in testa mentre io son lì che cerco di saltare il volteggio. Sento un improvviso peso alla schiena, e mi accorgo che tutto d’un tratto ho uno zaino stracolmo sulle spalle, il che mi rende molto più difficile la performance da atleta consumata. Ma non faccio in tempo nemmeno a gridare “Laaaaylaaaa!” per invocare l’aiuto di Eric Clapton, che dallo zaino esce Alfano. Sì, proprio quell‘ Alfano. Mi confida che il suo padrone rimarrà al governo altri ventordicimila anni perché ha fatto un patto col figlio di Rasputin e di Voldemort (cioè, avrei dovuto dire voi-sapete-chi. Comunque, nel senso che uno è il padre e uno la madre. Decidete voi come assegnare i ruoli). E poi prende a interrogarmi…

Come si risolvono le disequazioni? Trovami il fuoco della parabola. Le proprietà dell’addizione. Calcola la traiettoria del tuffo Fosbury. Se Pierino ha trenta mele, ma poi Guglielmo Tell ne prende la radice cubica di sette per giocare con suo figlio, il quale muore dopo mezz’ora perché la freccia ha compiuto una linea curva da riportare sul piano cartesiano le cui coordinate sono il numero delle leggi ad personam moltiplicate per le note del Requiem di Mozart, quanti peli aveva il cavallo di Vittorio Emanuele nella criniera? E’ più dolce lo zucchero o più veloce il treno?

A quel punto mi desto dall’incubo.

E capisco.

Capisco che il problema è uno e uno solo: il grande rientro a scuola. Si accettano suggerimenti per la migliore riuscita di un seppuku.

Settembre, andiamo. E’ tempo di incubi.
P.S. So che ne ho già parlato l’anno scorso, ma ogni settembre ve lo ripeterò… l’insetto è il Male. La cimice il Male Supremo. Non ascoltate chi vi dice che sono loro ad aver paura perché noi siamo grandi e grossi…balle! Farebbero schifo anche ad un gigantesco elefante. Spiegatemi a cosa servono! Hanno un aspetto orrido e quando volano fanno più casotto di un Concorde. Ribellatevi alla dittatura cimicesca, perché io ho già il terrore di aprire le finestre.


Filed under: Dato che a scuola ci vado pure io..., Pensieri di sfuggita


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