“Bello poter parlare di ciclismo pulito, ma quando ti ritrovi degli juniores con metabolici della cocaina nel sangue, o ventitreenni che si fanno d’EPO hai voglia di buttarla in propaganda. Magari c’è gente (sempre quelli) che ci prova lo stesso. La realtà e drammatica, pesante, grave. Appena la Federciclo ha stanziato (miracolo, altro che l’acqua in vino!) dei fondi per aumentare i controlli antidoping nelle categorie giovanili le positività (con roba da non scherzarci) sono spuntate con puntualità. Ovvio che alla maggior parte degli appassionati si parlerà delle feste post-Tour di Nibali e dell’avvicinamento alla prova iridata, perché se parli di minorenni che si riempiono il sangue di porcherie la ciambella non riesce più col buco e l’appassionato ignorante (nel senso di quello che non sa le cose) smette di esserlo e diventa un pericolo per chi sa cosa dirci e (soprattutto) cosa evitare di raccontarci. Pochi giorni fa hanno sepolto Alfredo Martini, storico CT italiano, che amava ripetere spesso che un giovane ha il diritto di fare sport senza diventare un campione. Juniores appena maggiorenni beccati con Nesp (Darbepoetina), oppure con della benzoilecgonina (metabolita della cocaina) nel sangue non sono lo spot migliore per il ciclismo. Poi ecco tornare la cara vecchia EPO per uno ‘stagista’ che corre in squadre di terzo piano per competizioni di quarto. Il tutto condito dalle solite dichiarazioni delle società ciclistiche di turno che ‘prendono le distanze’ da questo e da quest’altro, ‘riservandosi’ la decisione se dare lavoro ai propri legali per il danno all’immagine eccetera, eccetera. Intanto hai voglia di far stare tranquilli i genitori (quelli che non trasformano i loro figli in soprammobili da esibire al mondo) che hanno un figlio quindicenne con buone prospettive verso la specialità. L’età dei dopati, lentamente, a piccoli passi ma inesorabilmente continua a scendere e quando li beccano non lo fanno per via di troppa caffeina da Coca-Cola nel sangue. E ricordiamo il colpo di genio dell’autunno scorso ‘lanciato’ tempestivamente – leggi: elezioni FCI – da Di Rocco, per togliere l’obbligo del medico sociale per gli juniores. Ma si sa che questo è il mese dei Mondiali, vuoi mettere?”
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“Bello poter parlare di ciclismo pulito, ma quando ti ritrovi degli juniores con metabolici della cocaina nel sangue, o ventitreenni che si fanno d’EPO hai voglia di buttarla in propaganda. Magari c’è gente (sempre quelli) che ci prova lo stesso. La realtà e drammatica, pesante, grave. Appena la Federciclo ha stanziato (miracolo, altro che l’acqua in vino!) dei fondi per aumentare i controlli antidoping nelle categorie giovanili le positività (con roba da non scherzarci) sono spuntate con puntualità. Ovvio che alla maggior parte degli appassionati si parlerà delle feste post-Tour di Nibali e dell’avvicinamento alla prova iridata, perché se parli di minorenni che si riempiono il sangue di porcherie la ciambella non riesce più col buco e l’appassionato ignorante (nel senso di quello che non sa le cose) smette di esserlo e diventa un pericolo per chi sa cosa dirci e (soprattutto) cosa evitare di raccontarci. Pochi giorni fa hanno sepolto Alfredo Martini, storico CT italiano, che amava ripetere spesso che un giovane ha il diritto di fare sport senza diventare un campione. Juniores appena maggiorenni beccati con Nesp (Darbepoetina), oppure con della benzoilecgonina (metabolita della cocaina) nel sangue non sono lo spot migliore per il ciclismo. Poi ecco tornare la cara vecchia EPO per uno ‘stagista’ che corre in squadre di terzo piano per competizioni di quarto. Il tutto condito dalle solite dichiarazioni delle società ciclistiche di turno che ‘prendono le distanze’ da questo e da quest’altro, ‘riservandosi’ la decisione se dare lavoro ai propri legali per il danno all’immagine eccetera, eccetera. Intanto hai voglia di far stare tranquilli i genitori (quelli che non trasformano i loro figli in soprammobili da esibire al mondo) che hanno un figlio quindicenne con buone prospettive verso la specialità. L’età dei dopati, lentamente, a piccoli passi ma inesorabilmente continua a scendere e quando li beccano non lo fanno per via di troppa caffeina da Coca-Cola nel sangue. E ricordiamo il colpo di genio dell’autunno scorso ‘lanciato’ tempestivamente – leggi: elezioni FCI – da Di Rocco, per togliere l’obbligo del medico sociale per gli juniores. Ma si sa che questo è il mese dei Mondiali, vuoi mettere?”
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