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SetUp Art Fair: energia, intraprendenza e sguardo rivolto al futuro. Intervista a Simona Gavioli e Alice Zannoni

Creato il 11 febbraio 2016 da Fasterboy

Sono trascorse due settimane dalla quarta edizione di SetUp Art Fair ed è tempo di bilanci e riflessioni. La fiera d'arte contemporanea, che si tiene ogni anno all'Autostazione di Bologna, è incentrata sugli artisti emergenti ed è una cartina tornasole di ciò che si muove nel mondo dell'arte indipendente. Anche quest'anno ha avuto un enorme successo di pubblico e di partecipazione da parte degli attori del settore con ben 44 gallerie rispetto alle 23 del primo anno, 7 premi, tantissimi talk e la consueta rassegna performativa In Corpo a cura di Giovanni Gaggia per Sponge ArteContemporanea.

Sarà merito dell'energia dello staff tutto al femminile? Della location particolare che fa rivivere uno spazio urbano cambiandone la destinazione d'uso? Oppure del mix coinvolgente tra artisti emergenti e giovani curatori, ambiente familiare ed approccio trasversale? In ogni caso SetUp fa parlare di sé, incuriosisce e attira ogni anno sempre di più. Per capire meglio lo spirito che contraddistingue questa fiera, gustatevi l'intervista a Simona Gavioli e Alice Zannoni, rispettivamente Presidente e Direttore di SetUp.

E' appena trascorsa la quarta edizione, che cos'è cambiato dal primo anno di nascita di Set Up? Dal primo anno è cambiata la nostra consapevolezza rispetto all'operazione che stiamo facendo. Quando abbiamo iniziato il progetto non avevamo né le competenze, né la professionalità che abbiamo acquisito sul campo in questi quattro anni. Molto sinceramente la visione organica, la gestione organizzativa e la comprensione strutturale di quello che deve essere una fiera che funziona si impara, non ci sono libri e non ci sono nozioni, c'è la pratica, lo sbattere la testa, l'essere curiosi e cercare il meglio nelle altre fiere per portarlo "in casa". E con la consapevolezza è cresciuto anche il senso di responsabilità che ci spinge a fare sempre meglio, pensando alla qualità dei progetti esposti (tutto l'anno ricerca di nuove gallerie), all'aspetto commerciale, per esempio quest'anno con il Vip Programm (visite a porte chiuse per i collezionisti), la Paolo Castelli Vip Lounge (uno spazio riservato per relax e trattative) e naturalmente all'aspetto propriamente culturale che contraddistingue SetUp dal primo anno, per esempio in questa edizione abbiamo portato l'area Talk nell'atrio dell'Autostazione rendendo la fruizione non vincolata all'acquisto del biglietto d'entrata e quindi regalando le conferenze alla città. In quattro anni è anche cambiata l'Autostazione, ogni anno rimoduliamo gli spazi (entro quelle che sono le nostre possibilià), buttiamo giù pareti, ne tiriamo su altre, mettiamo servizi nuovi per gallerie (quest'anno la SetUp Wrapping Station per impacchettarte le opere) per i visitatori (servizi di food e beverage sempre più completi, vedi Il Ristorante il Lumachino)...in quattro anni SetUp ha cambiato metaforicamentre taglia: XXL rispetto alla S del 2013. I visitatori di SetUp sono sempre in crescita e la fiera attira un pubblico anche non esperto d'arte. Quali sono i fattori che innescano la curiosità? Ti rispondiamo per punti perché la questione è complessa e ogni fattore meriterebbe un approfondimento: 1.SetUp è in luogo che, per quanto difficile, è straordinario, con una posizione strategica; l'Autostazione di Bologna è centralissima, a pochi passi dalla stazione ferroviaria e all'imboccatura di via dell'Indipendenza. C'è la curiosità di conoscere un luogo che per 4 giorni cambia identità e diventa un contenitore culturale. 2.Pensiamo a tutti i target, per esempio con l'area Kinder, offriamo un servizio ai genitori ma anche agli stessi bambini, senza escludere il "jet set" dell'arte che da noi trova il modo di confrontarsi con le proposte degli espositori...che sono il pane quotidiano del lavoro di domani. 3.Abbiamo espositori che mostrano quello che normalmente non viene esposto nei grandi circuiti fieristici, da noi c'è il giovane artista, ma anche l'artista strutturato e il dialogo che si crea tra le opere e le poetiche offre un punto di vista nuovo sull'arte contemporanea. 4.Non necessariamente il collezionista deve essere un esperto d'arte, per cui da noi viene anche chi inizia ad approcciarsi al mondo dell'arte, stiamo facendo crescere una nuova generazione di collezionisti che coltiviamo tutto l'anno. 5.Abbiamo un programma culturale pensato per innescare punti di riflessione che vanno oltre l'arte puramente visiva, quindi con appuntamenti non autoreferenziali e in grado di attirare e coinvolgere anche le discipline tangenti, per esempio quest'anno con un focus sulla comunicazione social e sulle possibilità espressive di questa rispetto al fare arte. 6.Da noi il clima è gioviale e smart, c'è tantissima disponibilità da parte degli espositori di raccontare il proprio lavoro e il proprio progetto con un linguaggio comprensibile al "volgo"; non siamo "ingessati" pur lavorando nella direzione di una serietà professionale che contraddistingue la qualità in crescita di SetUp. 7.Noi siamo presenti, stiamo in mezzo alla gente, non ci chiudiamo negli uffici, diamo parola a tutti...alla fine tutto questo fa la differenza! Tanti premi, rassegne performative, un'attenzione particolare agli artisti e curatori under 35. Questa è la ricetta giusta per promuovere l'arte contemporanea emergente? La ricetta è semplicemente dare spazio all'arte contemporanea emergente, crederci, scommettere, dare fiducia...noi abbiamo fatto questo. Lavoriamo per creare relazioni e opportunità di crescita (vedi i numerosi Premi che sono residenze) con un progetto che effettivamente si palesa con la fiera ma che in realtà dura tutto l'anno. Ricetta...allora la formula è: passione, coraggio, non mollare mai, guardare avanti; da prendere in caso di abulimia di futuro; la posologia: somministrare più volte al giorno. Unico rischio certo: causa (in)dipendenza.

Per ulteriori informazioni, visitate il sito di SetUp Art Fair


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