Trama: Il detective Somerset, subito prima di andare in pensione, segue il suo ultimo caso in coppia con il giovane collega Mills: una serie di omicidi feroci, dietro i quali si delinea la personalità di un fanatico religioso di spaventosa intelligenza.
1) Gola
2) Avarizia
3) Accidia
4) Lussuria
5) Ira
6) Superbia
7) Invidia
Sette peccati capitali per sette efferati delitti.Dietro a ciò, un predicatore senza nome e senza identità, lucido e spietato, fermamente deciso ad attuare un disegno ben preciso, portatore di vendetta.In una città senza nome, indifferente ormai alla presenza del male si svolge una partita a scacchi crudele, tra un uomo autoproclamatosi giustiziere di un mondo dove ogni valore è caduto, e due poliziotti.Il primo è anziano, esperto, indurito dalla vita, che gli ha fatto vedere troppo ed insegnato a non mostrare le proprie emozioni.. Il secondo, al contrario, è giovane, è il suo primo incarico importante, impulsivo uno che "vive delle proprie emozioni". Sarà lui a pagare il prezzo più alto. Perché in una società dove ormai senza più speranza, forse "vivere delle proprie emozioni" ti rende un facile bersaglio.Con "Seven" David Fincher realizza probabilmente il suo capolavoro, una pellicola che si colloca tra i capolavori senza tempo.La splendida fotografia di Darius Khondji è la tela perfetta per una storia del meccanismo implacabile, in cui si muovono tre interpreti al loro meglio.
Morgan Freeman è un poliziotto acuto e malinconico che intuisce presto la gravità della situazione, Brad Pitt , forse questa è la sua interpretazione migliore, il collega più giovane, avventato e un po' spaccone, inconsapevole dell'abisso in cui starà per sprofondare.
Kevin Spacey è il volto del male, anonimo, irriconoscibile, indistinguibile, diabolico.
"Seven" è un film senza vincitori, senza eroi.
Lo spettatore non vede nulla, le scene più disgustose sono rapidi flash o soltanto intuite, ma attonito e sconvolto guarda tessere la tela.
E non ha più scampo.