“I vizi capitali sono un elenco di inclinazioni profonde, morali e comportamentali, dell'anima umana, spesso e impropriamente chiamati peccati capitali. Questo elenco di vizi (dal latino vĭtĭum = mancanza, difetto, ma anche abitudine deviata, storta, fuori dal retto sentiero) distruggerebbero l'anima umana, contrapponendosi alle virtù, che invece ne promuovono la crescita. Sono ritenuti "capitali" poiché più gravi, principali, riguardanti la profondità della natura umana.”
- Gluttony = Gola
- Greed = Avidità, Cupidigia
- Sloth = Pigrizia, Ignavia, Accidia
- Lust = Lussuria
- Pride = Superbia, Vanità, Orgoglio
- Envy = Invidia
- Wrath = Ira, Collera
questi sono i sette vizi in questione, e di ciascuno di essi ci rendiamo, in una qualche misura, tutti colpevoli. Non c’è vergogna nel cedere a questi vizi, l’essere umano ne è tentato per sua natura; ciò che davvero conta è non abusarne fino ad esserne sopraffatti. Invito pertanto a vedere, sotto questa luce, un film di una ventina di anni fa dal titolo Seven, nel quale una sorta di giustiziere (di nome nientepopodimenoché “John Doe”) decide di selezionare sette vittime -una per ogni vizio capitale- e di ucciderle in modo esemplare, esiziale, terrificante. La scelta delle vittime, ovviamente, non è casuale: dietro c’è un profondo studio ed esse sono tutte indubbiamente sopraffatte dal vizio per cui vengono identificate. Un thriller di un paio d’ore, uscito nel 1995 con la regia di David Fincher, che cattura e tiene sotto pressione fino alla fine... quanto meno la prima volta che lo si vede e di cui quindi s’ignorano le sorprese.
Personalmente confesso di indulgere, di tanto in tanto, in questi vizi... soprattutto nel primo della lista: la Gola! Lo so che questo non vi sorprende (visto che scrivo in questo blog), ma per farvi capire meglio quali siano le mie maggiori debolezze al riguardo vi indico dove potete assaggiare il piatto che, ad oggi, ha più sconvolto le mie papille gustative: il Cheescake al ristorante Lo Stravagante di Firenze
Veloce racconto dell’esperienza: tre amici vogliono uscire fuori a cena e sperimentare un posto nuovo; uno di loro trova un posto consigliato da un blog e decide di prenotare; i prezzi sono un po’ alti ma non eccessivamente, per cui si decide per un pasto di pesce completo (antipasto+primo+secondo) bagnato da un buon vino bianco. Ogni piatto ordinato ha un nome semplice e quindi le aspettative non sono particolarmente alte, ma al termine l’entusuiasmo che ciascun piatto ha suscitato in noi ci ha fatto decidere per procedere anche all’assaggio del dolce. Un’esperienza indescrivibile: non potrete avere idea di cosa possa arrivare ad essere un cheescake finché non avrete assaggiato quello lì! Non sono riuscito a trattenermi ed ho chiesto di poter parlare con lo chef (che poi è anche il proprietario) e gli ho manifestato tutto il mio entusiasmo per quel dolce: lui allora mi ha sorriso, mi ha ringraziato e poi mi ha raccontato che pochi giorni prima si era fermato lì a mangiare anche Romanelli, che dopo aver assaggiato lo stesso piatto gli ha detto, ad occhi spalancati, “Questo è il dolce più buono che io abbia mai mangiato in tutta la mia vita!”. Enjoy!