Magazine Cinema
Regia: Christopher Smith
Interpreti: Danny Dyer, Laura Harris
Tra il maremagnum di porcherie che infestano il panorama televisivo, ogni tanto capita di imbattersi nel "miracolo del cinefilo", ovvero uno di quei film di cui hai sentito parlare benissimo ma che hanno avuto una distribuzione infame, programmato ad un orario in cui riesci ancora a non crollare svenuta sul divano.Il fenomeno, a casa mia, si è manifestato un paio di domeniche fa con "Severance - tagli al personale". "Severance" è una pellicola di cui, all'epoca della sua uscita, avevo letto in giro molto bene. Si pensava pure di andare a vedercela al cinema, ma dalle mie parti è stata poco più di un fantasma, cosi' ovviamente saltò tutto, così me lo sono recuperata nella tranquillità del divano di casa.E debbo ammettere che ne é valsa davvero la pena.
Un gruppo di impiegati della Palisade Defense, una grande società produttrice di armi, viene inviato tra i boschi della Transilvania per un week end che dovrebbe sviluppare il loro senso di gruppo e temprare il loro carattere. Peccato che, una volta giunti a destinazione, diverranno ben presto bersaglio di guerriglieri fanatici, decisi ad ucciderli con modi sempre più efferati.
Dopo un prologo che ci riserverà comunque una piccola sorpresa verso il finale, Smith parte con tono da commedia presentandoci l'eterogeneo gruppo di personaggi che sono abbastanza lontani dai tipici stereotipi bellona/imbecille che caratterizzano il genere.
Si ride molto in "Severance", persino le scene più splatter, memorabile quella della decapitazione, strappano un sorriso. I dialoghi sono fulminanti , ed il tutto è condito da una buona e sana dose scorrettezza politica, i promotori della guerra a tutti i costi che vengono uccisi in una sorta di "contrappasso" proprio da quelli a cui fornivano le armi, ma soprattutto lo sberleffo ad una società che vende armi eppure si dichiara contraria alla guerra (uno dei personaggi è in procinto di creare mine antiuomo più "umane").
Grazie quindi ad una sceneggiatura molto ben scritta, Smith mischia con perfettamente horror e commedia senza mai cadere nel parodistico o nello sguaiato.
Il risultato è uno stilosissimo gioiello di genere, provocatorio, nerissimo e davvero esilarante.
La dimostrazione che l'horror, se realizzato con intelligenza, può essere qualcosa di più di sangue e budella gettate a casaccio.
Imperdibile per gli appassionati.