Magazine Cinema
..caotiche e confuse, molto confuse le mie giornate..le cose più semplici non riescono..anche scrivere un biglietto d'auguri diventa un impresa titanica... ..leggevo un intervento di Goffredo Fofi sul Messaggero di ieri, interessante, scritto bene, senza le circollocuzioni che spesso accompagnano gli scritti di chi tenta di fare analisi cinematografica. Si parlava di "JEdgard" e "Le idi di Marzo" evidenziando che al di là delle loro qualità artistiche entrambi film spiegavano i personaggi e la loro vicenda umana secondo una prospettiva esclusivamente sessuale; il puritanesimo di quel paese, continuava Fofi, aveva portato due registi come Eastwood e Clooney, a costruire una complessità, della Storia americana e dei due protagonisti, uno vero, Edgard Hoover, l'altro, il governatore Mike Morris, di finzione ma attagliato perfettamente al recente passato della politica statunitense, risolta esclusivamente alla luce delle rispettive preferenze sessuali. Tralasciando per esempio i risvolti economici e politici che invece furono parte in causa delle azioni poste in essere da Hoover durante la sua tirannia. Una tesi che almeno dal punto della forma potrebbe essere riferita anche a "Shame", il film di Mc Queen che tanto clamore ha destato per i continui richiami alla pratica sessuale. Una considerazione nata spontaneamente nella mente di chi scrive perchè anche questo film, in fondo, rientra a pieno titolo nella morale di un paese in cui l'unione dei corpi è praticabile, e quindi accettata (sullo schermo) solamente se priva di vero godimento, avendo il censore puritano una specie di avversione per i risvolti piacevoli di quelle pratiche. Una restrizione al contrario generata dalla paura di fare proseliti tra i cittadini spettatori. Un modo di essere che nel nuovo millennio non smette di far sentire i suoi effetti, e che in Europa appare persino ingenuo tanto nelle implicazioni quanto nella sua rappresentazione (anche in "Shame", in cui lo scandalo semmai è la rimozione dei motivi del malessere). Insomma forse aveva ragione Fofi, la frontiera del cinema d'oltreoceano rischia di arenarsi nelle sabbie di ciò che ci aspetta per natura: il diritto del nostro corpo. Speriamo solo che sia il cinema a sbagliarsi, mostrandoci una realtà che esiste solamente nella mente degli artisti che ne hanno parlato. Io però non ne sarei così sicuro.
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