Come molte ragazze classe ’80/90, ho vissuto i passaggi della mia vita facendo un ridicolo (sì, me ne rendo conto) parallelismo con la serie cult Sex and the City.
Noi amiche di sempre, abbiamo superato i 30 tra fidanzati o scopamici improbabili; primi, secondi e terzi appuntamenti da riderci ancora sopra, matrimoni annullati e convivenze fallite.
Siamo sopravvissute ad incidenti stradali, trasferimenti, cambi lavoro, mobbing, disoccupazione, affitto a fine mese e il portafoglio perennemente vuoto (tristemente famoso il Martini Bianco versato nelle bottigliette d’acqua: il fiaschetto 2.0)
Abbiamo passato estati ad innamorarci ed inverni a scaldare i nostri cuori l’una confortando l’altra… Ridendo dei difetti reali o presunti del malcapitato di turno.
Siamo state lasciate con post-it (sì, Carrie!), con sms, con whatsapp, con messenger e col silenzio!
Ci siamo sorrette i capelli a vicenda durante le sbronze peggiori, ci siamo addormentate l’una nell’auto dell’altra infinite volte e sbavato l’una sulle spalle dell’altra.
Abbiamo mentito per coprirci a tutto l’asse ereditario di ciascuna, ad amici, fidanzati di turno, datori di lavoro: voci di corridoio narrano che Cosa Nostra abbia contattato una di noi per organizzare un corso di aggiornamento sull’omertà.
Ci siamo raccolte di fronte alla morte di Freak Antoni, quasi come fosse venuto a mancare nostro padre (io il giorno dopo, straziata dal dolore, ho distrutto l’auto perché la radio ha passato una canzone di Elio).
Ci siamo sostenute vicendevolmente di fronte ai cambiamenti che, purtroppo, gli anni ci costringono ad affrontare.
Abbiamo cantato a squarciagola “Boys don’t cry” davanti a Robert Smith, sopportato il repertorio di Max Pezzali interpretato da Sara e ringraziato il cielo per lo scioglimento degli 883. No, Repetto, non ci ripensare!!
Abbiamo annualmente disatteso i nostri buoni propositi e giurato, a turno, che mai e poi mai avremmo avuto dei figli.
Ci siamo sostenute a vicenda e dette tutto, proprio tutto: anche quello che non avremmo mai voluto sentire.
Come nelle migliori famiglie, ci siamo protette dalle tempeste più forti e ci siamo dolcemente fatte cullare dalle onde più dolci.
Tra di noi non c’era una Charlotte, semmai eravamo tutte Miranda: ciniche al limite dell’assenza di affettività verso ogni essere maschile; ma per quel che riguardava noi era tutta un’altra storia: pacche sulle spalle, abbracci, dichiarazioni d’amicizia che, da ubriache, prendevano risvolti quasi commuoventi.
Domenica abbiamo finalmente organizzato un pranzo, tra impegni di alcuni e la lontananza di altri.
E PER LA PRIMA volta in 22 anni eravamo tutte fidanzate e qualcuna addirittura mamma, così ho ripensato a Sex and the city perché mi è venuto in mente il finale del film.
Ci abbiamo riso tutto il tempo, perché siamo sicure che se, appena 5 anni fa, ci avessero detto che ci saremmo ritrovate li a sedere, ad imboccare Luca di 6 mesi, a richiamare Daniel di 4 anni sotto il tavolo, a fare posto a Maria incinta al 7° mese e a raccontare i difetti dei nostri compagni e mariti, avremmo fatto ESATTAMENTE queste facce qui:
E in questi giorni in cui si fa un gran parlare della famiglia, tradizionale e non, non posso che essere strafelice della famiglia che mi sono scelta.
La cosa più importante nella vita è la famiglia; ci sono giorni in cui la ami e altri in cui la odi, ma alla fine sono le persone da cui torni sempre; a volte è la famiglia in cui si è nati, altre volte è quella che ci si è scelti. (Carrie)
The Cure – Boys Don’t Cry – Live @ Heineken Jammin’ Festival – Milano – 07-07-2012