Sez. Aspettando l'Apocalisse - Tema: il Lago

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SvolgimentoUna mattina come le altre, molti furono svegliati dal gorgoglio assordante di qualcosa che ribolliva dentro il lago.Il lago non era molto grande, ma abbastanza ampio e profondo per farci i tuffi, nonostante l’acqua torbida. Pesci non se n’erano mai visti, neanche nella memoria dei più anziani. Le origini geologiche non si conoscevano, erano assenti formazioni montuose nelle vicinanze e nessun fossile guida era d’aiuto. Intorno al lago c’era soltanto una spianata immensa, disseminata di cespugli lanuginosi, sterili e grigi come il terriccio della superficie. Sotto il grigio, si incontrava una roccia liscia durissima da scalfire, che impediva da sempre qualsiasi forma di coltivazione intensiva. L'insediamento urbano sulla riva del lago era recente, le abitazioni erano state costruite, prive di fondamenta, semplicemente appoggiate l’una all'altra. Non potendo fare altro, si viveva di turismo. Provenivano da tutto il circondario per vedere i cerchi nell'acqua color ruggine. Arrivavano con le loro famiglie, in carovana, lasciando sentieri di impronte tra i cespugli grigi. I turisti rimanevano in paese per un po’ di tempo, a dormire e mangiare, poi tornavano alle loro case, in fondo alla pianura, non si sa bene dove.Le imbarcazioni in quel periodo venivano tutte mobilitate, e questa era l’unica fonte di reddito. Nessuno aveva mai visto il fondo del lago. Una setta locale profetizzava da tempo il giorno del Grande Vortice, che avrebbe risucchiato l'intera comunità. Furono i profeti di questa apocalisse i primi a scendere in strada la mattina della festa, insieme ai loro seguaci, con frasi a effetto scritte frettolosamente su grandi cartelli bianchi. Il lungolago fu presto affollato da esaltati, che sussultavano ai gorgoglii acquatici, e gongolavano per averci azzeccato, dopo anni di riunioni semiclandestine e propaganda "door to door". Si raccolsero tutti nello spiazzo delle assemblee popolari, sotto il grande obelisco. Una costruzione enorme e lucida, paurosamente curvata verso il lago, che era sempre stata lì dove si trovava. Il ribollire sempre più inquietante e le bolle che risalivano in superficie, esplodendo al contatto dell'aria, fecero paura a tutti allo stesso modo. Il mistero che si celava in quell'acqua torbida adesso stava per essere rivelato, e la rivelazione del mistero coincideva perfettamente con la fine del mondo. Molti si rammaricarono per aver dormito troppo durante la loro vita, altri per aver lavorato troppo. La gran parte seguiva gli sviluppi della tragedia imminente con la testa svuotata. Il vortice aveva inghiottito la loro mente, prima di raggiungerli fisicamente e s'erano già persi. Il capo del governo e i suoi consiglieri si fecero largo tra la folla e raggiunsero la cima dell'obelisco, mentre il rumore dell’acqua si faceva insopportabile. Da lassù si vedeva il vortice torbido che risucchiava l'acqua nelle viscere del mondo. Si vedeva il popolo accalcarsi alla base, mentre alcuni tentavano la salita per paura di rimanere troppo vicini al lago. La profezia era vera, dunque, anche se i catastrofisti erano sempre stati derisi. Canti di supplica disordinati si mescolavano al ruggito dell'acqua che scompariva tuonando. Speravano che il loro dio li ascoltasse. Poi accadde un’altra cosa, che nessuna profezia aveva previsto. Lo smarrimento angosciato che teneva la popolazione ammassata sotto l'obelisco, si tramutò di colpo in uno stupore atterrito, quando si vide sorgere sull'orizzonte piatto una nuvola gigantesca, diversa da tutte le cose conosciute. Era velocissima e densa, come un asteroide enorme, giallosporco e spugnoso. La nuvola arrivò planando, spazzò via in un colpo le case, la gente. le strade, le paure, le piazze, le profezie, e seguendo la riva cancellò per sempre il popolo del lago e qualunque altra cosa ne dimostrasse l'esistenza. Fu risparmiato solo l’obelisco curvo che adesso svettava gigantesco più lucente che mai.

Fatto ciò, la signora Caterina uscì dal bagno e percorse tutto il corridoio di moquette grigia, ciabattando verso la porta. - Architetto, io per oggi ho finito, ma volevo dirle, se non le dispiace, di chiamarmi più spesso, perché il bagno era veramente in condizioni pietose. Soprattutto il lavandino... RQ


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