Magazine Diario personale
Roma è bella comunque, anche se sei disperata. Ogni pietra del selciato è stata calpestata da centurioni e dimostranti, ha visto parate, brecce, oppressori e liberatori. Ma questo a Tina non serve da consolazione. Piuttosto le servirebbero alcune cose che non può più avere: il suo uomo, un cane che le lecchi le mani, sua madre. Il provino andato male è la piccola cosa storta che fa precipitare le cose. In tempi migliori, il suo uomo, il suo cane e sua madre l’avrebbero facilmente tirata fuori dalla rabbia e dalla tristezza.Cosa vuol dire: “per la tua età, non ci sono parti”? Non poteva limitarsi, quello stronzo, a dire solo “per ora, non ci sono parti adatte”? Ma questo non lo avrebbe risarcito di tutte le volte in cui le parti invece c’erano, e Tina non aveva avuto bisogno di pregarlo. Casomai, lo mandava a quel paese. Nessuna uscita, nessuna pizza. Niente di niente. Nessun compromesso: non ne aveva bisogno, era brava e basta. Voleva recitare, essere pagata per il proprio lavoro. E tornare a casa, tra le braccia di quelli che amava e che adesso non c’erano più. Il ponte più vicino è a Castel Sant’Angelo. Tina cammina avanti e indietro. Indossa un impermeabile scuro, scarpe basse, una gonna di media lunghezza. Tina è una donna con le occhiaie che ha perduto tutto ma che può ancora essere una regina madre, o una donna tradita o la Lupa maliarda. Magari con un po’ di trucco.Adesso guarda il Tevere. Un tempo era tutto diverso, il fiume era dorato per davvero. Si accende una sigaretta, tanto non è vero che fa male, e se rende la voce roca, tanto meglio. E’ bella la voce sensuale, come quella della Cardinale, magari la prossima volta la sceglieranno proprio per quella. Tina butta via la sigaretta a metà, con stizza. Non vuole tornare a casa ma vuole andare da qualche parte, e subito.“Che ce l’hai ‘na bbionda per me pure?” Quella voce la prende all’improvviso alla gola. L’ha studiata tante volte, sembra proprio lei. Tina ha improvvisamente freddo e la notte sembra ancora più scura.“… e così t’hanno detto de no, e te voi buttà de sotto … e bbrava!” Tina ragiona rapidamente che si tratta di uno scherzo, forse architettato proprio dallo stronzo che le ha rifiutato la parte. Ora si girerà e non vedrà niente. Fruga con mano tremante nella borsa, con un gesto disperato trova al tasto il pacchetto delle sigarette e lo estrae lentamente, poi si gira. “Embè?” dice la donna “Che nun l’hai mai visto, un fantasma che c'ha voglia de fumà?”
Tina non dice niente. Ha davanti a sé la materializzazione di tutte le sue aspirazioni di attrice. Conosce quelle rughe una a una, e ha interrogato quelle splendide occhiaie milioni di volte, offrendole come supporto speranzoso alla propria decadenza.“Signora, io …”Ma l’altra si mette a ridere. Una risata rauca e contagiosa, profonda, intelligente, piena di risposte. Riprende a parlare ma con tono completamente diverso. La sua voce ora ha un’inflessione quasi del nord.“Mia cara, sono qui per una strana coincidenza. Ogni tanto vengo a vedere l’angelo, che poi è Roma mia. E’ una piccola debolezza e mi danno un permesso speciale. Ci vuole, per attraversare il velo del tempo. E però, quando sono qui, sento i pensieri dei vivi e li vedo: sono come animali. Tu eri piena di serpenti, ce li avevi perfino sulla testa, una cosa schifosa, insopportabile. Erano i tuoi pensieri di morte.” A questo punto fa una pausa, né lunga né breve. Una pausa perfetta.“… E pensare che io vengo qui per ritrovare un po’ di vita! …” conclude con amarezza.Tina manda giù le lacrime. La donna si volta e le mostra qualcosa con un ampio gesto della mano. Si apre una specie di sipario e scorrono in rapida successione molte immagini. Una bambina in collegio, senza madre. La bambina divenuta donna, con un neonato in braccio, ma senza un uomo al suo fianco. Un famoso regista con una famosa attrice svedese, che mostrano orgogliosi i loro bambini. Ora la donna nelle immagini piange. La consegna di una statuetta preziosa. La stessa donna che ride. Molti fotografi. Spettatori in piedi che battono le mani. I più grandi attori di alcuni anni prima. L’Andrea Doria che entra nel porto di New York. Fiori. Gioielli. Pellicole a colori. Platee gremite a teatro. Infine una bara scura, che attraversa tutta Roma.Il sipario si chiude tra gli applausi.
Tina non sa cosa dire, è ferma in mezzo al ponte e batte forte i denti, ma non per il freddo. Vuole solo tornare a casa.
Anna sparisce pensando che hanno scelto bene la ragazza, perciò la scena è subito venuta buona. Del resto, lei è ancora la migliore. E Luchino non ha certo perso la mano.
RL
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