Laura, avvolta in un grembiule bianco di bucato, mescola con cura il cioccolato e quando è completamente sciolto toglie la bastardella dal bagnomaria e l’appoggia sulla sua base cava. Da una bottiglia di Bas Armagnac fa cadere un filo sottilissimo di liquore e lo amalgama al contenuto della bastardella, girandolo con energia. Poi prende la ciotola in cui ha sbattuto un uovo con cinquanta grammi di zucchero e lo aggiunge al cioccolato con movimenti precisi del cucchiaio di legno, finché non ottiene una crema morbida e spumosa.
Il profumo del cioccolato riempie la cucina e la avvolge impregnandole vestiti e capelli. Laura fa colare dal cucchiaio una goccia di crema sull’indice e lo succhia. Le rughe sulla fronte si spianano: è perfetta.
Intanto il forno ha raggiunto i duecento gradi. Laura prende una delle pere Decana che ha comprato il mattino al mercato e la sbuccia delicatamente. La taglia in quattro spicchi, leva il torsolo e i semi e incide gli spicchi a libro, appoggiandoli su un piatto. Uno spicchio non è venuto abbastanza uniforme, lo getta nel secchio della spazzatura e lo rifà, usando una nuova pera. Ora che i quattro spicchi sono uguali li cosparge con lo zucchero a velo fatto cadere da un setaccino.
Farcisce la base di frolla con cucchiaiate di crema al cioccolato, inclina la pirofila per livellarla bene e la sbatte delicatamente sul tavolo per far salire le bolle d’aria. Quando la crema è uniforme, le affonda dentro gli spicchi di pera, punta il timer e inforna.
Intanto nella mezz’ora di cottura, con la precisone portata dall’abitudine, riordina la cucina. Allo squillo prende la torta dal forno e la mette a raffreddare sul davanzale della finestra, su una gratella da dolci. Butta lo sguardo all’orologio, si leva il grembiule in fretta, lo appallottola e si precipita a fare una doccia.
Un’ora dopo Aldo entra in casa. Laura gli va incontro e lo abbraccia. Lui la strige forte e le affonda il naso tra i ricci. Ha un sussulto, la scosta e la guarda tenendola per le spalle.
- Ancora questa cazzo di torta di pere? – ringhia.
Laura non gli risponde e abbassa la testa.
- La devi finire, fattene una ragione. Non tornerà più. È morto, cazzo MORTO! Morto. E non solo lui - conclude in un sussurro spezzato.
Laura torna in cucina, spolvera la torta ormai fredda con lo zucchero a velo e mentre aspetta che Aldo la raggiunga, ne taglia tre fette.
Manubirba