Magazine Diario personale

Sez. Salone del libro, i temi proposti da voi - "Quella volta che sono morto"

Da Svolgimento @svolgimento

questo tema è stato proposto da MT e a lui, o lei, dedicato
Svolgimento

La prima cosa che ho pensato è stata: “tutto qui?”La seconda: “che idiota”!Dopo tutto quello che ho fatto per evitare di finire in qualche casistica sulle morti del sabato sera - le famose “stragi” giornalistiche che tanto eccitano i gazzettieri di provincia - finirò a riempire quella delle morti casalinghe. Magari nel sotto capitolo “vittime del fai da te”.Ma cosa mi è saltato in mente di bloccare il comando del trapano con del nastro adesivo? Ah giusto! Volevo aver più libertà di movimento per le mani mentre me ne stavo in cima ad una scala con degli infradito ai piedi e in boxer, a cercar di appendere delle mensole. Un quadretto inquietante. Che idiota. Mi ripeterò, ma è proprio quello che sto pensando.Sul resto in effetti avrei poco da aggiungere. Non ho sentito alcun dolore. Anzi: ho vissuto quegli istanti come se non ne fossi io il protagonista. Come se la punta del trapano non stesse entrando nel mio costato destro finendo col perforare un polmone!  A proposito di polmoni. Anche loro in questo modo hanno evitato di finire in una casistica ben peggiore: vittime del fumo! Magra consolazione.Dopo di che ho atteso diverse ore. Non saprei dire esattamente quante perché me ne stavo col volto riverso sul pavimento e l’orologio era fuori dal mio orizzonte visivo. In quello ci stava solo del sangue raggrumato sul linoleum. Orrendo pavimento. Avrebbe dovuto essere l’altro compito della giornata: studiare come ricoprirlo. Al sangue non avevo minimamente pensato. Ogni tanto sentivo squillare il telefonino. Magari mi cercava qualche amico. Ho sperato che qualcuno si preoccupasse. Però ero solito sparire ogni tanto, rendendomi irreperibile. Avrebbe dovuto squillare ancora a lungo prima che qualcuno iniziasse a farsi assalire da pensieri funesti. 


Intanto i miei, di pensieri, non si davano pace: quello che mi angustiava di più era lo spettacolo che avrei dato ai primi soccorritori. Un poveraccio con un trapano conficcato nel torace, ai piedi di una scala, ricoperto dal proprio sangue e da una mensola in legno che mai avrebbe trovato la sua giusta collocazione.Mezzo nudo per giunta. Con dei boxer imbarazzanti che nessuno vorrebbe farsi trovare addosso. I morti non dovrebbero provare vergogna. Eppure eccomi qua. Mi ripetevo come un mantra “idiota”, “idiota”, “idiota”. E tra l’uno e l’altro mi enumeravo tutti gli altri possibili imbarazzi a cui sarei andato incontro da lì ai prossimi giorni. La casa in disordine avrebbe dato un bel da fare a chi si sarebbe occupato delle mie cose, dei miei abiti, dei miei libri, dei cd, dei dvd. Speriamo che i miei amici si ricordino di tutte le volte che ho chiesto loro di far sparire tutta la pornografia sparsa nelle librerie prima dell’arrivo di mia madre! Povera donna. Voglio risparmiarle un improvviso cambio di considerazione del figlio: dal bravo ragazzo, studioso e autonomo, al cretino incapace con una fissa per il sesso di gruppo! Indubbiamente eccitanti per me, ma non so quanto per la donna che mi ha messo al mondo e che ha tutte le rigidità di una madre classica: ammesso e non concesso che ci siano madri diverse.A proposito di rigidità, inizio ad avvertire certe durezze agli arti. Ottimo. Ora la posa plastica in cui ho dato l’ultimo saluto al mondo diventerà anche quella con cui sarò trasportato all’obitorio. Ce ne vorrà prima che rompano questo simpatico rigor mortis!Ho letto una volta che si tratta, in sostanza, di una modificazione della struttura muscolare causata dalla degradazione di adenosintrifosfato (sostanza di cui al momento ignoro la natura), che ovviamente dopo la morte non può essere rigenerato poiché sono cessate tutte le attività vitali. Che me la sia tirata da solo a leggere certe cose?Mi sento le gambe di legno. Ed inizio ad aver freddo. Già, l’ ipostasi. Non si può certo dire che non mi fossi preparato all’evento. Ho sempre avuto una curiosità quasi morbosa rispetto agli accadimenti delle prime ore dopo la morte. Una delle tante curiosità che ho coltivato in vita.Col cessare della circolazione il sangue si deposita nelle regioni declivi del cadavere e riempie i vasi del derma facendo comparire nella cute una colorazione rosso vinosa. Per come sta messo il mio cadavere avrò macchie ipostatiche un po’ dappertutto. Neanche un laccio ad ostacolare alcunché, a parte l’elastico moscio dei boxer: quante volte li ho messi in lavatrice a novanta gradi. Quando arriveranno per recuperarmi dovranno pure fare dei rilievi. Delle fotografie. Perfetto! Resterà in questo mondo, sul pc di qualche ispettore di polizia e qualche perito proprio una bella immagine di me.A proposito di immagine di me, mi è venuto un colpo! Come se non bastasse quello che mi ha portato in questa situazione. Per un attimo ho immaginato ancora mia madre alle prese con delle fotografie che stanno nascoste in un cassetto del mobile in salotto. Perché sono così idiota? Spero solo che le trovino prima i miei amici. Hanno un indubbio vantaggio temporale su di lei, che ha i suoi chilometri da fare prima di arrivare a casa mia. Un viaggio a cui, per fortuna, non assisterò. Poveretta. Ma quanto ci impiegano? Che ore saranno? Sto iniziando a congelarmi. Devo essere uno spettacolo davvero inquietante.
Ci siamo.Ho avuto la peggiore spia possibile: un odore acre e penetrante che ha rovinato la giornata dei vicini. Hanno aspettato un paio di giorni, se non ho mal interpretato il susseguirsi di luce e buio, prima di chiedersi dai balconi cosa fare. 

“Sarà un topo morto in cantina?”“Dici? Io laggiù non ci vado però…mi fanno impressione quelle bestie”“Cosa credi sia meglio, aspettiamo che torni tuo marito?”“Sicuramente. Però che odoraccio. Quanto grosso deve essere quel topo?”“Cosa hai usato per lavare quelle tende? Guarda che belle lucide che son venute…”

L’ambulanza è arrivata che ancora quelle tende stavano appese ad asciugare. Hanno chiamato il proprietario dell’appartamento e questo, dopo l’atto di coraggio alla ricerca di bestie nell’interrato, si è risolto a farsi venire dei dubbi sull’inquilino dell’ultimo piano. Io. Poco dopo l’ambulanza sono arrivati i carabinieri. Hanno fatto firmare un documento che comprovava l’effettivo possesso dell’appartamento con tanto di autorizzazione a sfondare la porta, e alla fine mi hanno trovato.Parecchie mani alla bocca, qualche espressione attonita e qualcuna incuriosita, dopo di che sono diventato il temuto soggetto di una serie di scatti fotografici alquanto invadenti. Primi piani insistiti sul viso, sul foro d’ingresso del trapano nel costato, sui fianchi coperti di sangue rappreso e qualcuno persino alla scala. Anche tra gli agenti della scientifica si può nascondere un fotografo con ambizioni artistiche.Quella scala sarà il monumento involontario alla mia stupidità!E adesso? Intanto mi sono lasciato sorprendere dalla cura con cui mi hanno maneggiato. È incredibile se ci pensate a quanta attenzione mettano nel trasportare un morto, il quale, anche se gli sbattete la testa nello spigolo di un mobile, non avrà da lamentarsi.Qualcuno ha messo mano al cellulare e sta rovistando nella rubrica: non credo che chiameranno “marco slave” o “sandra stronza”. Si concentreranno su “mamma”. O magari, anche lì, avranno l’accortezza di fare una minima ricerca sul numero che ho più chiamato o sull’autore del maggior numero di sms ricevuti. Speriamo in bene. 

Che idiota! Non finirò mai di ripetermelo!
E adesso? Adesso inizio davvero ad essere curioso.GM

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