Magazine Diario personale
Che bella storia: una soap tutta piena d'amore.
Amori veri, indissolubili, come quelli di una volta; legami che si rinsaldano anche dopo catastrofiche disavventure. La mitica Reva (in inglese Riva) era il personaggio da me preferito.Il suo nome stava a significare l'ampiezza del suo cuore, la sua bellezza era immarcescibile: in due parole "un porto sicuro" da ritrovare nonostante il passare degli anni.
Reva prima si mette con Joshua, detto Josh, di cui è innamorata sin da bambina - vero amore, "dalla nascita"- ma sposa il fratello Billy e poi il padre. Un attimo... non facciamo confusione. Sposa in riva al mare Billy, il fratello del suo grande amore, e in un momento di de-riva l'anziano HB (il padre sempre del suo grande amore), per la serie "resta tutto in famiglia"... ma no!
L'apoteosi di un melodramma: Quali tormenti! Che passioni! Che donna... in quanti la amavano! Mi chiedevo: "Che cosa ha lei che io non ho?" (Mi stavo rovinando l'infanzia mentre cercavo la risposta, credendo che HB specificasse solo la durezza di una matita. Mi mancava la sua ambizione, ecco cos'era.)
Non so perché ma questa soap catturava la mia attenzione, e non tanto per il fatto che trattasse argomenti inusuali. Mi dava una certa carica di adrenalina pensare di far parte di una folta schiera di telespettatori: una su quattro milioni, insieme a mia sorella Giovanna due su quattro milioni... "Alle tre c'è Sentieri" urlava mia sorella, allo stesso orario in cui nonna prendeva la pillola per il colesterolo. Facile da ricordare.Ancora alla settecentesima puntata non avevo chiaro il motivo per cui restavo lì. Volevo conoscere il finale della storia e provare il piacere di vedere la parola “fine” apparire su quello schermo.Troppi intrecci, trame che m’intrigavano: un cadavere di cui non si conosceva il nome, figli illegittimi, padri sconosciuti, personaggi che scomparivano misteriosamente e dopo ottanta puntate risuscitavano, omicidi segreti, colpevoli nascosti, problemi coniugali, smemorati e desaparecidos. Il tutto superato e risolto con amore, anzi con sentieri d'amore. Lunghissima saga, in tv per tanti anni. I sentieri in questione, erano lunghi, attraversati da una "Luce che guarda" - dato che questo era il suo titolo originale - quasi a sottolineare l'esistenza di un occhio sconosciuto che ci osserva dall'alto (oggi si direbbe "Grande Fratello"). Titolo altisonante che poi fu cambiato in "Sentieri", trasferendo la nostra attenzione su ipotetiche misure di lunghezza. La soap-opera più longeva d'Italia, il cui successo, probabilmente era legato alle sue origini americane. Immagino... per un momento, che se il regista fosse stato un mio "compaesano” - Tornatore per es. o Grimaldi - il suo titolo sarebbe diventato: "Trazzieri". Credete che avrebbe riscosso lo stesso tipo di successo internazionale? La produzione statunitense gli ha conferito di certo un fascino particolare, non c'è dubbio. E poi un cast siciliano non sarebbe potuto essere arricchito sempre dagli stessi personaggi che s’intrattenevano in amichevoli rapporti diplomatici e interpersonali. Flemma americana. In Sicilia, l'onta del tradimento si pagava col sangue. Non esistevano scambi di coppia, né famiglie allargate: i personaggi sarebbero rimasti in pochi. Beh, lasciamo stare...La ragione per cui questa soap opera mi prendeva credo che fosse l'aria di fratellanza, l'amore cosmico: si amavano tutti a vicenda. Le vite complicate di alcuni dei suoi numerosi personaggi s’intrecciavano con amore a quelle di altri, che di generazione in generazione, entravano nella storia della soap. Famiglie intere che si amavano, incrociandosi, immischiandosi ad altre: i Bauer, gli Spaulding, i Lewis. Sarà stato senz'altro questo il motivo del suo successo e dei circa trent'anni di programmazione in America, pensavo. In Italia, le cose vanno un po' più per le lunghe, si sa. Noi italiani - che amiamo il succo delle cose - abbiamo festeggiato i suoi primi quaranta anni con un programma il cui titolo, oggi, mi riempie il cuore di speranza... "L'amore comincia a quaranta anni... di Sentieri". Certo che in quaranta anni, di sentieri, ne abbiamo visti tanti... chi più chi meno. Che poesia! Quanta fiducia! Per festeggiare i sessanta anni della sua programmazione, poi, ci siamo ridimensionati un po': " Buon compleanno Sentieri" era il titolo della trasmissione; ma eravamo ancora lì davanti a sognare e canticchiare la sigla iniziale...: "This is the time to remember..."E sicuramente lo era!Antonella Tarantino
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