Petronio
Si ricomincia a scrivere. Se da un lato i mai così annunciati sconvolgimenti delle ultime settimane smuovono gli animi e invitano alla riflessione, dall'altro l'indignazione, l'inquietudine e il disagio spingono con forza sui loro confini abituali.Gli echi provenienti da Tripoli coprono in parte la ridda di voci che si levano sulla drammatica situazione economica. In tempi di repentini downgrading che dai piani alti delle sempre più inutili, potenti e nefaste agenzie di rating si abbattono come mannaie sui debiti occidentali, il governo italiano promuove la sfiducia e il pessimismo dei cittadini-consumatori in vera e propria emergenza. D'un tratto ci si è accorti che la gioiosa via della crescita percorsa negli ultimi anni termina nel precipizio.Lo spettacolo a cui siamo costretti ad assistere è vergognoso. L'Europa ha di fatto esautorato il governo, obbligandolo a ripianare il buco che rischia di inghiottire il nostro paese. Dal cilindro è venuto fuori un coniglio deforme che non accontenta nessuno, nemmeno i consueti scendiletto del sultano. Ora che nella corazzata berlusconiana cominciano ad aprirsi preoccupanti falle, vari gruppi di mozzi tentano l'ammutinamento silenzioso e innescano una lotta per il potere a colpi di contro-proposte rispetto al provvedimento del governo. Da tali e tanti statisti non potevamo che aspettarci fuochi d'artificio. C'è chi sogna il partito dei no-tax, una sorta di tea party de' noantri il cui faro intellettuale sarebbe Piero Ostellino. C'è chi si indigna contro il contributo di solidarietà per i redditi superiori a € 90.000, che bloccherebbe il ceto medio, lasciando nelle menti di chi ascolta l'atroce dubbio se costui ci sia o ci faccia. C'è chi non sopporta l'idea di una patrimoniale perché troppo vessatoria per alcuni e chi suggerisce un aumento dell'IVA e un taglio delle pensioni per tutti, evidentemente molto più equi. Se poi anche Pera e Martino escono dal letargo credendosi pensatori e rievocando lo spirito del '94 significa che ce n'è per tutti. Addirittura qualcuno prova a bisbigliare di un nuovo condono fiscale. In un paese dove ogni anno l'evasione fiscale ammonta a 120 miliardi, gente senza vergogna si nasconde dietro una manovra di meno della metà per incentivare ulteriormente il furto ai danni dell'erario. Ci sono poi quelli che aspettano il momento propizio per sparare le cartucce a disposizione. Vedere la platea di CL applaudire Napolitano mentre accusa la maggioranza di aver trascurato la crisi rende bene l'idea.
Molte voci hanno rilanciato l'idea di tassare i capitali rientrati con lo scudo fiscale a fronte di un versamento pari al 5% che grida ancora vendetta. Proposte come questa avrebbero il merito di colpire là dove serve e vengono puntualmente ignorate. Ci si concentra piuttosto sulle festività civili. Spostare i festeggiamenti del 25 aprile, del 1 maggio e del 2 giugno alle domeniche successive non è affatto inutile. Al contrario, è un ulteriore passo in avanti verso la progressiva cancellazione della memoria storica e del senso delle istituzioni, fiore all'occhiello del sempre attualissimo programma piduista.
Nel festival dell'indecenza, si aggiudicano ex aequo il premio della critica Umberto Bossi e la CEI. Il ministro delle riforme, nel disperato tentativo di raschiare il fondo del barile del consenso, rispolvera il vecchio pallino: "l’Italia hanno capito tutti che va giù, sta finendo male, dobbiamo prepararci e organizzare la Padania, se si vuole che il futuro sia dei migliori". Sarebbe bello se fosse solo un delirio momentaneo per via di un colpo di sole dovuto all'autorevolissima mise in canottiera bianca degna del ragionier Ugo Fantozzi, ma purtroppo il soggetto è noto da tempo. La Chiesa italiana, come da tradizione, cerca di racimolare fedeli con argomenti tutt'altro che divini. Il cardinal Bagnasco si è fatto sostenitore di una nobile causa: "Le cifre dell'evasione fiscale sono impressionanti" ha affermato il prelato. Peccato che le belle parole provengano dal portavoce del più grande evasore legalizzato del paese, considerati gli enormi privilegi fiscali concessi alla Chiesa a cominciare dall'ICI, nonché beneficiario di pesanti voci del bilancio statale, come l'8 per mille e i finanziamenti alla scuola e alla sanità private cattoliche. Prima di gridare al ladro sarebbe opportuno gettare via il sacco.