D’altronde il calendario non ha aiutato la compagine della Diga, con due squadre (quella rossonera e quella dei “cugini” gialloblù) affrontate entrambe in un momento di ripresa rispetto ai risultati di soltanto qualche settimana prima. E’ vero, però, che la squadra gialloblù, in entrambe le occasioni, non ha dimostrato quella “furia agonistica” che ci si attendeva - anche se contro l’Hellas l’atteggiamento iniziale e quello post-gol di Toni è apparso quello giusto. Peccato, perchè qualora il Chievo avesse ottenuto anche soltanto un punto in questi due match la sfida dell’Ardenza avrebbe rappresentato comunque un momento topico della stagione, ma avrebbe potuto essere affrontata con un pizzico di ansia in meno. Una sconfitta, invece, porterebbe il Livorno a superare in classifica l’undici gialloblù e con il Sassuolo alla prese, nella stessa domenica, con il Cagliari (che appare in caduta libera, con un allenatore appena esonerato e uno spogliatoio spaccato) al Mapei Stadium e quindi a forte rischio vittoria…beh, le prospettive non appaiono rosee.
Però in fondo è giusto che il Chievo si conquisti la salvezza con le proprie mani, visto che ne ha ampiamente la possibilità ottenendo – ci auguriamo – nelle prossime due sfide (ma ovviamente non solo) punti che peserebbero come macigni. Facendo una banalissima tabellina di marcia, uscire non sconfitti dall’Armando Picchi di Livorno e riuscire ad incamerare una preziosa vittoria contro il Sassuolo ne rilancerebbero immediatamente le ambizioni-salvezza. D’altronde il Chievo in questa stagione ha fallito, negli scontri diretti, soltanto la sfida del Massimino contro il Catania, il 29 settembre. Ma si era all’inizio della stagione e quel Chievo di Sannino era ancora un lontano parente di quello visto spesso (anche se non sempre) sotto la “gestione-Corini”, capace di battere a ripetizione le altre squadre che lottano per la salvezza: lo stesso Catania, il Bologna, oltre che (proprio nelle prime partite dopo il ritorno del tecnico bresciano sulla panchina del Chievo) proprio Livorno (3-0) e Sassuolo (0-1, in trasferta). Ottimismo e coraggio, dunque. Il Chievo ha i mezzi tecnici per superare questi ostacoli e marciare spedito verso quella quota 34-35 punti che, salvo miracoli, dovrebbe quest’anno risultare sufficiente per riuscire a centrare l’obiettivo di giocare anche il prossimo anno nella massima serie.
Occorre però gettare il cuore oltre l’ostacolo e tentare non soltanto di non prenderle, ma anche di segnare qualche gol. L’asfittico attacco del Chievo, quando non beneficia di qualche rigore nei minuti iniziali della partita (è capitato contro Catania, Genoa e Bologna) fa poi fatica a sbloccare la situazione. E su questo Corini dovrà lavorare. La velocità di Obinna e Lazarevic, la tecnica di Thereau, la vena realizzativa di Paloschi e, chissà, di un ritrovato Pellissier…sono tutte armi che Corini potrà utilizzare dall’inizio o a gara in corso. Il Livorno visto nelle ultime uscite è squadra volenterosa, con alcuni talenti individuali da rispettare (su tutti Emeghara, Paulinho e Siligardi), ma nel complesso non superiore al Chievo. Non perdere rimanere l’imperativo, ma vincere si può.
Ernesto Kieffer
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