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Sfighe generazionali.

Creato il 02 dicembre 2010 da Lalocandiera

Quando sono nata io, a settembre del 1974, l'ospedale San Martino di Oristano stava cambiando sede, dalla vecchia alla nuova (sì, ragazzi, il nostro ospedale ha 36 anni. E li dimostra pure). Il medico di mamma mi stava aspettando già da tempo, tanto che alla fine ha deciso di prendersi ferie. Ma il personale dell'ospedale, immagino tra uno scatolone di cateteri e uno di pappagalli, ha voluto tranquillizzarla: "Non si preoccupi, signora, qualsiasi chirurgo sarebbe in grado di aiutarla". Capirete il perché io sia nata a Cagliari, alla clinica Sant'Anna. Stamattina ho conosciuto uno che è nato la mia stessa settimana, ma gli devo avere fregato il letto, perché alla stessa clinica l'hanno mandato via ed è nato a San Gavino, sede di una famosa fonderia. Sono nata in un anno  in cui l'inflazione ha raggiunto il 21,75%. Sono l'unica delle mie sorelle che non ha ricevuto un braccialetto d'oro al battesimo. Me lo sono comprato poi con le strine della Prima Comunione. Sono nata in una famiglia in cui mio babbo era l'ultimo di 9 fratelli, quindi noi le ultime delle nipoti. Ho avuto gonne e vestiti delle mie cugine da sempre, con il piccolo particolare che qualche mia cugina è degli anni Sessanta, qualcun'altra è figlia di una zia del '31. La vostra mente ha già fotografato cose che voi umani etc., quindi evito di addentrarmi nei dettagli. Dico solo che avevo un casino di vestiti. Durante la mia infanzia è cominciato BimBumBam, finestra televisiva sul mondo dei ragazzi e della pedagogia degli anni Settanta, una pedagogia che puntava a formare e forgiare le nostre giovani menti facendoci riflettere su quanto fossimo fortunati nella nostra situazione di figli dell'austerity e dei vestiti riciclati, se confrontati a Remi, Peline, e Marco che cercava la mamma dagli Appennini alle Ande. A quell'età lì già frequentavo la biblioteca, dove lo scaffale per ragazzi invitava alla lettura di storie adatte alla nostra età. Di rilassarci e divertirci non se ne parlava proprio, no... vuoi mettere un bel libro Cuore, col piccolo scrivano fiorentino e il tamburino sardo, e Franti e Garrone, e i ricchi buoni e i poveri delinquenti. Finito quello potevi prendere una boccata di ottimismo con David Copperfield, disgraziatissimo orfano dei sobborghi di Londra. Però, meno male che c'erano le storie di gruppi di amici uniti e solidali, come i ragazzi della via Pal, ma anche lì uno di loro muore. Vogliamo parlare del cinema per ragazzi? Vi cito solo "L'incompreso" e so che non devo aggiungere altro. Il prossimo che mi dice che mi devo sforzare di essere ottimista ...

Pubblicato da LaLocandiera | Commenti Tag: bambini, vita, ggiovani
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