Sfrattato dall’Aler per 5mila euro di debiti un disabile

L’Aler ha speso milioni di euro condomini popolari nuovi in provincia di Cremona. Belli, ma la spesa sarà recuperata in qualche secolo, dato che il canone è spesso di 20 euro o poco più.
Virgilio Locatto ormai rischia di essere cacciato di casa, dall’appartamento Aler dove abita a Borgo Loreto, per un debito verso l’Aler di 5mila euro. La settimana prossima l’ufficiale giudiziario con le forze dell’ordine ridarà l’appartamento all’Aler.
I debiti vanno pagati. Virgilio potrebbe farcela. Ha la pensione di infermiere, per aver lavorato vent’anni a Sospiro, quando esistevano ancora gli infermieri generici, e una pensione d’invalidità, per malattia. È invalido al 100%. Ha deciso di non chiedere aiuto a nessuno e di non opporsi allo sfratto. Ha perso la fiducia, dopo anni di traversie e sofferenze personali. Non ha sopportato la richiesta di voto da parte di un politico, prima delle elezioni comunali.
A Cremona non mancano certo persone che potrebbero regalare 5mila euro facilmente, tanto guadagnano.
Ma dopo? Locatto è seguito dai servizi sociali, eppure non si fida più nemmeno del Comune, dopo alcune cattive esperienze.
La recessione riguarda solo il ceto medio basso, i redditi e le pensioni appena sufficienti per vivere. La città si è spaccata così, caso per caso, sofferenza per sofferenza, da una storia personale all’altra. Penuria e abbondanza.
Virgilio è comunque un cremonese, un ex lavoratore, un disabile, un padre separato. Da che cosa dipende la sua serenità? La sua casa Aler? Dai soldi, dai rapporti di fiducia venuti meno.
Questa umanamente è una sconfitta per chi conosce la persona e ha ascoltato i suoi ricordi d’infanzia.
Alcuni familiari del rom cremonese abitano in Emilia Romagna. Virgilio li raggiungerà? Cremona perderebbe così il sorriso di un uomo che ha dato e ricevuto amicizia e affetto.
Il direttore dell’Aler Boldori ha confermato la disponibilità a una mediazione: “Quando ci sono debiti mandiamo lettere di sfratto ma poi mediamo se possibile e di sfratti in realtà ne facciamo pochi”.

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