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Sghignazio

Creato il 31 ottobre 2015 da Albertocapece

bigE’ finita in farsa come del resto era quasi scritto nello scontro tra due dilettanti, il chirurgo nevrotico totalmente ignaro di amministrazione e il giovane rampante entrato direttamente nella cuna del potere, ma senza farsi le ossa. Anzi è finita in un Pap’occhio celebre film prodotto nel lontanissimo 1980  dal padre di Orfini. Il grottesco abbonda in questa vicenda, ma raggiunge vertici sublimi al di fuori di essa, nella polarizzazione assurda fra il marziano e il saggio, l’onesto e i corrotti, Renzi e l’antirenzi, la politica e gli affari, quando è del tutto chiaro che i contendenti fanno parte del medesimo sistema divenuto partito della nazione appunto perché ingloba in sé le logiche perverse stratificate nel tempo e le porta all’estremo limite grazie al moltiplicatore oligarchico europeo.

Se Marino fosse davvero estraneo a tutto questo avrebbe dato le dimissioni dopo l’esplosione di mafia capitale invece di rimanere e salvaguardare gli interessi elettorali del Pd e in sostanza il “patto della carbonara” per la spartizione di affari e mazzette; non si sarebbe fatto imporre nuovi assessori estranei e addirittura ostili a Roma , ma destinati a gestire i soldi del giubileo e le regalie della finanziaria per nome e per conto di Renzi; non si sarebbe fatto commissariare. Ha invece accettato la parte di feticcio dell’onestà perché le cose non sfuggissero di mano al milieu politico che tradizionalmente amministra e rapina la città.

Del resto a esaminare l’operato nel sindaco in questi anni non ci sono dubbi sulla sua appartenenza di fondo al sistema: dopo la pedonalizzazione dei fori imperiali all’insegna dell’improvvisazione e del dilettantismo e l’atto puramente simbolico del registro delle coppie gay, Marino ha ritenuto di aver sufficientemente esaudito le richieste di parte ideologica e si è dedicato ai servizi pubblici, cancellando 50 di linee di bus e rarefacendo molte altre, ha usato il machete per tagliare drasticamente l’assistenza domiciliare ai disabili, ha dimenticato le periferie ribollenti nelle quali non ha mai messo piede se non il giorno prima della caduta, ha dato il via agli sgomberi, si è scontrato più volte contro i dipendenti comunali, dopo aver lasciato intatta per anni la dirigenza dell’Atac autrice dei disastri nel trasporto pubblico, è partito lancia in resta contro gli scioperi dei lavoratori e solo in funzione della privatizzazione si è  risolto ad assumere un cacciatore di teste per far strage fra il management. Non si è nemmeno vergognato di umiliare le maestre d’asilo tagliando i salari, aumentando le ore di lavoro e tentando di mandare a casa 5000 precari, caso specifico di un piano generale di tagli ai servizi per dare l’arrosto ai privati. E come ultimo atto ha riempito l’Auditorium di immobiliaristi e della figlia di Caltagirone, in arte Casini.

Questo sarebbe l’anti Renzi e il personaggio per un eventuale riscatto della sinistra? Ma di cosa stiamo parlando? Durante il suo mandato, quando non era all’estero o a cena o quando ne aveva voglia ha esercitato la stessa logica autoritaria che alla fine si è rivolta contro di lui con Orfini che ha minacciato di non ricandidatura  i consiglieri riluttanti a firmare le dimissioni. E che contemporaneamente ha aperto la strada ad una coalizione elettorale difensiva con i dimissionari di riserva marchiniani, alfaniani e fittiani. Per difendere che cosa non c’è nemmeno bisogno di  dirlo.

In un certo senso Marino ha ragione a chiedere dove abbia sbagliato per ricevere questo trattamento visto che le poche cose che ha fatto sono in perfetta linea con le prassi governative. Ha sbagliato con gli scontrini e l’imprevisto col vicario di cristo che hanno reso impossibile presentare un sindaco, di incapacità imbarazzante e detestato dai romani, come campione di onestà. Marino credeva di essere ormai al sicuro su questo piedistallo di fortuna, ma è stato tradito dalla sua stessa leggerezza. Farne un campione antisistema è come prendere fischi per fiaschi e non capire come la logica dell’oligarchia si regge proprio sulla produzione di false alternative per sterilizzare quelle vere.


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