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sgoccioli

Creato il 03 agosto 2012 da Plus1gmt

Le rare telefonate, da qualche giorno a questa parte, si suddividono in due macrocategorie, con la sola eccezione della collega che raccoglie gli ordini di tutti per il bar, la seconda colazione da fare in ufficio. Ci sono quelli che hanno l’ansia di non portare a termine in tempo il lavoro prima di partire, con la variante del cliente che sclera perché deve chiudere il budget e fa fare gli straordinari o comunque guasta l’atmosfera molle di questi giorni che per tradizione dovrebbero essere dedicati alla melina professionale pre-vacanziera. Sempre nella stessa casistica ma lato fornitore, cioè noi, ci sono quelli che devono concludere una lavorazione e sclerano perché i riferimenti lato cliente sono uccel di bosco, non ancora in ferie ma latitanti in una sedicente modalità telelavoro perché i figli sono a casa ma comunque scrivimi che controllo la posta ogni tanto. Certo virgola certo. Ci sono invece le telefonate che trasudano relax da entrambi i lati della conversazione, e anziché discutere di facezie come i progetti in corso ci si scambiano informazioni business critical sulle rispettive località di destinazione. Il sorriso sulle labbra, che poi è la mimica da manuale della pubblica relazione telefonica, e via di risatine e disimpegno, perché se c’è qualcosa in ballo se ne riparla a settembre. Come se il mese prossimo fosse un armadio in cui gettare abiti alla rinfusa perché non c’hai voglia senza pensare poi al giorno in cui ti occorreranno e dovrai stirare tutto di fretta. Tu quando rientri? è la domanda più comune che rimbalza da un ufficio all’altro. Allora divertiti e ci vediamo al ritorno, la telefonata si chiude e contestualmente il sorriso si smorza, in altri momenti potrebbe trasformarsi nella più perplessa delle espressioni e a volte, in circostanze speciali, si potrebbe sentir proferire persino un sommesso mavaffanculova. Ma non oggi. Non è il caso della stagione lavorativa che va concludendosi, da stasera ognuno si restituirà a sé stesso. Non tutti perché ci sono quelli più sfortunati che lavorano anche la settimana prossima. Ecco, io, per esempio.



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