Nello scrivere questo articolo sono purtroppo costretta a usare l'imperfetto perché Sgronfy, oggi, non c'è più.
La sua amica umana era Paola Anna Castelli (abitante a Solero, in provincia di Alessandria), che l'aveva riscattata pagando una cifra irrisoria, per salvarla dal triste destino della macellazione.
Ho contattato Paola tramite e-mail un paio di giorni fa e le ho chiesto di raccontare a Natividad la storia della sua pig.
«Siamo andati a prenderla con un trasportino per cani e, dopo averle mostrato mele e panini, non è stato difficile convincerla ad entrare. L'abbiamo caricata sul furgoncino (era piuttosto magrolina all'epoca) e io sono rimasta con lei nel cassone, perchè non volevo che si spaventasse.
I miei cani la guardavano con curiosità, non ti dico i gatti...! Lei invece era abituata a tutto e a tutti, era una maialina socievole...»
Purtroppo, lo scorso 13 settembre Sgronfy è riuscita in qualche modo a uscire dal cancello; si è diretta verso il prato retrostante il cimitero (lontano solo una cinquantina di metri dalla casa di Paola) e qui è stata uccisa a colpi di badile. Letteralmente massacrata, con una cieca furia di distruzione che di "umano" ha ben poco: della sua maialina, Paola non ha trovato altro che una pozza di sangue e alcuni denti. I colpevoli di questo gesto detestabile hanno portato via il corpo dell'animale... perché sappiamo tutti quale sia il triste destino dei maiali.
Eppure Sgronfy aveva dimostrato (durante la sua vita come "animale domestico") di essere una creatura affabile e sensibile, capace di donare e ricevere affetto al pari di un cane o di un gatto.
«Ogni sera, quando entravo nella stanza dove c'era Sgronfy, lei non mancava mai di regalarmi uno "sgronf" e una scodinzolata. E' stato allora che ho capito quanto mi volesse bene» racconta Paola, che aggiunge: «L'ultima settima ha deciso di venire a dormire con me, nella mia stanza dove c'erano i cuscinoni dei cani. Quello che mi lascia il ricordo più amaro era il suo modo di salutarmi: quando andavo a coricarmi, mi avvicinavo e lei agitava il codino, mentre le accarezzavo le guanciotte e le chiedevo di stare brava, di russare un po' meno... Naturalmente tutto era vano e andavamo avanti così sino alle sei del mattino.»
Sgronfy si era affezionata molto anche agli altri animali di Paola, in particolar modo al cane Fedro: «Fedro l'adorava. Era sempre con lei. La sera dovevo richiamarlo in casa, perchè Sgronfy si infilava tra i cespugli e lui coricato sull'ingresso, le faceva la guardia. Guai a chi si avvicinava! Io mi sedevo sul marciapiede di casa, li guardavo e mi scendevano le lacrime. Ero felice».
Eppure qualcuno, la settimana passata, ha voluto interrompere la felicità di Paola e la vita di questa maialina che non dava fastidio a nessuno e che viveva in pace e armonia con se stessa e con gli abitanti della casa che tanto amorevolmente l'aveva accolta.
Non si tratta di essere o meno vegetariani: ciò che colpisce è la crudeltà del gesto, la frenesia con cui alcune persone (che pretendono di appartenere alla specie più evoluta sul pianeta) hanno fatto a pezzi un essere vivente, solo perché ritenuto commestibile. C'è un che di ferale, in tutto questo - di barbarico.
Lo stesso padre di Paola, che, ci racconta quest'ultima, «ha sempre rispettato gli animali, ma non ha la stessa mia passione, ancora oggi piange per quello che le hanno fatto. Perchè Sgronfy non aveva più paura dell'uomo».
Oggi Paola chiede che venga fatta chiarezza su quanto accaduto e che i responsabili dell'efferato gesto siano puniti, come previsto dalla legge italiana: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni» recita infatti l'articolo 544bis del Codice Penale.
Per far conoscere il più possibile la storia della sua maialina e tenere alta l'attenzione sul triste episodio (onde evitare che Sgronfy cada nel dimenticatoio - come spesso accade agli animali vittime di violenza), Paola ha creato su Facebook l'evento UCCISA BARBARAMENTE SGRONFY, LA MAIALINA VIETNAMITA, attraverso la cui pagina sarà possibile reperire gli indirizzi e-mail del Comune e dei Carabinieri di Solero e di alcuni giornali e testate: più e-mail verranno mandate per chiedere che venga fatta giustizia e meno la morte di Sgronfy rischierà di restare impunita.
Chiunque volesse scrivere al Comune o ai Carabinieri di Solero per esprimere la propria indignazione riguardo all'accaduto potrà farlo ai seguenti indirizzi:
Comune di Solero
Piazza Libertà, 1 - c.a.p. 15029
Telefono (0131) 217213 - Fax (0131) 217720
email: solero@ruparpiemonte.it
PEC: solero@cert.ruparpiemonte.it
(Il sindaco è Maria Teresa Guaschino)
Comando Stazione Carabinieri
Viale Stazione, 3
15029 Solero
Tel. 0131217226 - Fax 0131217797
Email: stal137170@carabinieri.it
Altri contatti:
indignatospeciale@mediaset.it
redazione.tg5@mediaset.it
studioaperto@mediaset.it
Natividad invita naturalmente tutti i suoi lettori a inviare le mail richieste e a far circolare il più possibile questa notizia perché ancora una volta ci troviamo a dover combattere un'importante battaglia di civiltà.
Anche Paola, del resto, si aspetta di avere «giustizia secondo i criteri stabiliti dalla legge.
Non chiamo in causa il mio paese, ma chi sa e non parla, chi ha sbagliato e non ammette. Solero è un paese rispettabile e gli assassini di Sgronfy non meritano di far parte della comunità, di essere riconosciute come esseri civili».
Noi tutti ci auguriamo che Paola e Sgronfy possano avere presto giustizia e che la morte di questa dolcissima maialina vietnamita possa avere un senso - per quanto triste esso possa essere.