Sguardi green su Torino durante #LaMiaTorino

Creato il 13 maggio 2013 da Annasimone @ecospiragli

Di Torino ci si innamora, senza perchè o per come… accade e basta. Succede di vedere lo scorcio di una piazza, la particolare facciata di un antico palazzo, la bellezza di una chiesa nascosta, la straordinarietà della vetrina di una pasticceria, un inaspettato giardino urbano, e si “smette di capire”. E poi quando si va via dalla prima capitale d’Italia, si sente nostalgia e si inizia a pianificare quando tornare di nuovo.

Sono arrivata a questa conclusione alla fine del blog tour #LaMiaTorino.

Quei giorni ho avuto l’occasione di girarla in lungo e largo, con tanto di guida turistica che, con le sue spiegazioni, ha contribuito a rendere magica la città

Trenta partecipanti in tutto per scoprire Torino, naturalmente il mio sguardo è stato catturato dai dettagli green… deformazione professionale

Non sapevo, ad esempio, che la via pedonale più lunga d’Europa è la torinese via Garibaldi, con i suoi 963 metri.Circondata da palazzi settecenteschi catapulta in un presente che coniuga gli aspetti più fascinosi del passato.

Via Garibaldi

E pedonale è l’intera Piazza San Carlo (12.768 metri quadrati di superficie) definita come il “salotto bene” della città…  Proprio sul pavimento di questa piazza, di fronte al Caffè San Carlo, si trova il famoso toro di bronzo, simbolo della città, e noto anche per i suoi attributi: pare che calpestarli porti fortuna, così per sicurezza ho provveduto a farlo!

Piazza San Carlo

A Torino ho anche trovato dei mix di genialità architettonica, i portici sono una dimostrazione. Se piove è quanto di più pratico possa esserci, permettono di uscire di casa e passeggiare tranquillamente per il centro della città senza bagnarsi.  Possono essere visti come un incentivo per una vita sana, per fare un minimo di attività fisica anche durante le pessime giornate piovose dove, in generale, si tende a stare sdraiati sul divano, almeno nel fine settimana.

Tipici portici torinesi

Mi hanno colpito anche particolari guizzi creativi della chiesa di San Lorenzo, in piazza Castello. Oltre ad essere senza facciata esterna, l’attuale interno barocco è un intreccio di maestria dovuta a Guarino Guarino: architetto, matematico, filosofo e teologo che, come ha detto la guida, “Meno male che ha vissuto a Torino”. Era uno che sapeva far di conto!

Chiesa di San Lorenzo

Ad esempio, dal centro della chiesa  durante il solstizio d’inverno la luce filtra da due fessure sopra gli altari, e vanno a creare un fascio di luce che illumina l’altare stesso e rendono visibili degli affreschi, che non lo sono durante il resto dell’anno. Quello davanti sul lato sinistro viene illuminato al mattino, quello dietro sul lato destro verso il tramonto. Idem durante il solstizio d’estate per gli altri due altari opposti. Semplicemente straordinario trovare il modo per sfruttare artisticamente  la luce naturale

Anna Simone

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