Valerio Fabbri, IMMAGINI ABITATE, La Vita Felice 2011
Collana Sguardi
Direzione: Gabriela Fantato
Comitato: Sebastiano Aglieco, Corrado Bagnoli, Luigi Cannillo
Gabriela Fantato
***
ESTERNI
*
Le nuove fabbriche eleganti di metallo
stanno a guardare dal lato della storia
dove si apre l’acqua magra del canale
tagliata dal traghetto, e arrivano nel buio
sudato i disegni dei cruscotti, le maglie
cariche di desiderio e pantaloni ripieni
di messaggi forti, lanciati fuori dai denti.
*
I confini squarciati, aperti, divaricati,
viscidi e osceni come l’origine della vita.
*
Ai margini della strada provinciale
brilla di candele la piccola nicchia
con l’immagine sacra, riconoscibile
sullo sfondo incipiente della sera.
Due vecchie stanno sedute a mani incrociate,
soppesano mentalmente le giuste preghiere
e col buio se ne vanno chiudendo gli sgabelli.
Quando attraversano la strada incurvate,
barcollanti, tagliate in due dall’orizzonte
entrano nel buio e diventano paesaggio.
*
NEL VUOTO DELLA MENTE
L’edificio alzava dieci piani
traforato ognuno da finestre,
spuntavano dai fianchi secchi
le mascelle ossute del balconi.
Dietro le tende,
nell’impallidire della luce
ancora accesa, emergeva vaga
una figura umana: una verità
che lentamente amava svelarsi.
*
Ho rivisto ancora quell’attimo di separazione
lontano da lei come un campanile sullo sfondo.
Quel fragile e decisivo attimo
impalpabile e leggero, finale,
quando gli occhi parlano e i sensi riposano.
A volte baciare non è premere le labbra,
come sempre, ma toccare la pelle sottile
che riveste il teschio, densi
i nostri pensieri.
*
Pensò alle ore passate in chiacchiere
con le vicine nelle sere stritolate
dall’estate su sedie di plastica verde,
e tornò subito in possesso di quanto
era già suo, si sentì prendere veloce
coscienza delle cose, della distanza
fra sé e le cose.