Tempo di Olimpiadi. Tra le rare eccezioni al dilagante sessismo con cui viene trattata la relazione donne/sport, la BBC manda in onda il documentario Girl Power: Going for Gold, racconto della fatica e della passione della squadra femminile britannica di sollevamento pesi. Lo sforzo sui loro visi, la competizione per scegliere chi avrebbe rappresentato l’Inghilterra alle Olimpiadi, l’amicizia, l’allenatore orgoglioso. Sport, sostanzialmente.
Eppure, tra i Twitter che hanno commentato il documentario, molti uomini non volevano augurare buona fortuna alle atlete, ma hanno ritenuto giusto condividere un pensiero che doveva sicuramente inquietarli parecchio: queste atlete non sono abbastanza femminili.
“Le donne non dovrebbero avere quei muscoli!”. “Probabilmente sono tutte lesbiche!”.
Quando Zoe Smith, campionessa olimpica della squadra e detentrice del record di slancio , ha cercato di far tacere uno dei più accaniti detrattori, le è stato consigliato di tornare in cucina a fare sandwich al suo fidanzato.
Così, si è sentita in dovere di prendere parola sul suo blog e ribadire che non è per essere sexy che queste atlete sollevano pesi, ma soprattutto non interessa a nessuna di loro il fatto che degli uomini chiaramente spaventati dalla loro forza fisica non le trovino attraenti: “Questo potrà stupirvi, ma ci piacerebbe di più essere attraenti per persone meno ottuse ed ignoranti”
Delle atlete talentuose costrette a perdere tempo a discutere della “femminilità” dei loro muscoli.
Uno sport considerato minore come il sollevamento pesi non trova certo spazio tra i media, così il corpo di queste sportive non è colonizzato dallo sguardo maschile come le scosciate pallavoliste, le ginnaste snodate.
O, molto più spesso, le mogli dei calciatori, unica relazione delle donne con lo sport concessa a pieno titolo dal mondo maschile.
Queste invece sono donne che non rispondono al canone di bellezza imposto dai media stessi, promulgatori pubblicitari di un corpo conforme al gusto maschile imperante ( ma sarà poi vero?).
Sembra che davanti a corpi differenti, gli uomini si sentano offesi, minacciati, come se un ingranaggio del loro mondo improvvisamente non funzionasse più.
Come se scoprissero che non tutti i corpi femminili sono in posa per il loro piacere, indeboliti per soddisfare la loro virilità, pensati per essere oggetto della loro eccitazione.
Forse dovrebbero sentirselo dire più spesso, così, per evitare traumi improvvisi.
Laura